Una situazione che "costa in media 2,5 miliardi di euro all'anno" e contro la quale i Consorzi hanno già pronti "circa 4.300 progetti" per la mitigazione ai rischi alluvioni, siccità e dissesto del suolo.
Per esempio, ha ricordato che "nel 2017, soltanto la siccità causò danni diretti ed indiretti per circa 5 miliardi di euro", ed è per questo che "occorre agire contro gli effetti dei cambiamenti climatici, attivandosi preventivamente contro le alluvioni e contemporaneamente per conservare e tutelare l'acqua in quanto risorsa fondamentale. C'è troppa acqua nel periodo autunnale e troppa poca nel periodo estivo, con conseguenze negative per il territorio e l'economia".
"Il mondo agricolo - ha detto Vincenzi - ha sempre più bisogno di poter contare sull'acqua, di poterla usare al meglio, in condizione di sicurezza dei territori. La sfida si vince attraverso l'innovazione e la ricerca, e attraverso la nostra esperienza riusciamo già a garantire un percorso verso le sfide del futuro".
L'Italia, ha rilevato l'Anbi, ha "finalmente iniziato a muoversi con scelte concrete, finanziando 75 interventi (Piano sviluppo rurale nazionale, Fondo sviluppo e coesione, Piano straordinario invasi), per un importo complessivo di 641.765 milioni di euro, che daranno vita a 3.208 nuovi posti di lavoro".
Ma dalla realizzazione degli interventi proposti dall'Anbi - che contemplano la manutenzione straordinaria, l'ammodernamento e la razionalizzazione delle reti idrauliche, l'adeguamento degli impianti di irrigazione collettiva per adeguarli alle esigenze di un'agricoltura moderna, la realizzazione di bacini per la raccolta dell'acqua - viene stimato che "si potrebbe avere un risparmio idrico pari ad almeno il 15%, utile per ridurre potenziali conflitti sull'uso della risorsa idrica, previsti nei prossimi anni a causa dei cambiamenti climatici".
Ed è questa la chiave per leggere il nuovo protocollo d'intesa che l'Anbi ha sottoscritto con la Protezione civile: alla base dell'accordo, l'integrazione delle specifiche funzioni nelle attività di presidio territoriale e nell'opera di prevenzione, ma anche nella mitigazione dei rischi e nella gestione delle eventuali emergenze, per ridurre le situazioni di rischio per cittadini ed imprese.
Un discorso che parte dall'Italia ma che va a finire direttamente in Europa, come ha messo in evidenza il ministro per il Sud Barbara Lezzi ricordando che l'esperienza dei Consorzi di bonifica sarà "inserita nei prossimi accordi di partenariato per i Fondi strutturali Ue che comprendono, tra le priorità, proprio la lotta ai cambiamenti climatici". Questo, nelle idee del governo, viaggerà insieme al lavoro di Proteggi Italia. Anche perché ora come ora la nuova programmazione dei fondi proposta dalla Commissione europea propone come grande obiettivo la ricerca di un'Europa "green, pulita e sicura".
Sulla Pac poi il ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio non ha avuto dubbi: "Siamo favorevoli ad un Politica agricola comune attenta all'ambiente e ai consumatori, possiamo a fatica accettare i carichi burocratici, ma non possiamo accettare tagli ai contributi della Pac. Non posso pensare che all'agricoltore si chieda di spendere di più e l'Europa tagli 2,3 miliardi". Il ministro ha anche spiegato di come "nell'ultimo anno si siano sbloccate risorse per quasi un miliardo di euro, destinate a progetti per infrastrutture irrigue, immediatamente cantierabili: una caratteristica importante e non scontata. Purtroppo c'è un'Italia a due velocità con regioni che viaggiano con grande efficienza ed altre che vanno pungolate".
"Per quanto riguarda la prossima Politica agricola comune - ha osservato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti - non è certo acclarato che debba avere meno risorse".
La questione legata alla nuova Pac, che rappresenta il 40% del bilancio europeo - ha concluso l'europarlamentare ed ex ministro Paolo De Castro - è "quanto mai aperta. Alla Pac vanno garantite le risorse e vanno evitate rivoluzioni istituzionali. L'Italia sa fare squadra a Bruxelles e fa ben sperare che l'attuale legislatura veda spostarsi il baricentro decisionale verso il Sud".