A livello quantitativo sono state circa 180mila le tonnellate di farina di grano tenero vendute sui mercati esteri, con particolare riferimento ai mercati Usa (15.396 tonnellate), Francia (13.744 tonnellate), Germania (9.354 tonnellate), Regno Unito (9.196 tonnellate) e Spagna (7.229 tonnellate), che assieme portano a una crescita complessiva del 350% dell'export negli ultimi 10 anni.
"I risultati del 2018 dimostrano la competitività dell'industria molitoria italiana e la sua capacità di proporre farine di alta qualità in grado di rispondere alle varie esigenze del mercato internazionale" sottolinea Cosimo De Sortis, presidente di Italmopa, associazione industriali mugnai d'Italia, categoria aderente a Federalimentare e a Confindustria.
"Le farine, per le loro proprietà nutrizionali e salutistiche, rivestono un ruolo fondamentale nell'ambito di una dieta sana ed equilibrata – continua De Sortis – come associazione abbiamo il dovere morale di sviluppare una corretta informazione ai consumatori. Alcune tematiche, quali un'alimentazione sana ed equilibrata, o la sostenibilità ambientale, sono troppo rilevanti per il nostro futuro e le discussioni sulla materia devono essere necessariamente rigorose e corredate da elementi chiari, trasparenti, inconfutabili, rispettosi dell'intelligenza del consumatore".
Fra i fattori della grande competitività italiana, la capacità unica dell'industria molitoria di individuare, selezionare, miscelare e trasformare i migliori frumenti.
"Il bagaglio di conoscenze dell'industria molitoria è frutto di una storia – precisa Giorgio Agugiaro, presidente della sezione molini a frumento tenero di Italmopa – la macinazione del grano, sviluppatasi da tempi quasi remoti, si avvale oggi di innovazioni tecnologiche all'avanguardia, che consentono la produzione di farine di altissima qualità, rispondenti alle esigenze dei consumatori. I nostri molini fanno parte di questa storia e della cultura dell'Italia, oltre a costituire un patrimonio del nostro Paese".