"Il nuovo decreto ministeriale stabilisce, infatti, che la medesima specie può essere coltivata sulla stessa superficie solo dopo l'avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti" riporta Salvatore Massimino, rappresentante della Federazione nazionale di prodotto cereali alimentari dei giovani di Confagricoltura Anga.
Anche il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, esprime preoccupazione per le colture da sovescio in atto, sulle quali insiste incertezza circa l’idoneità delle norme contenute nel decreto pubblicato il 5 settembre 2018 a regolarle.
Nel decreto previgente, il n. 18354 del 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell' 8 febbraio 2009, la previsione normativa per l’avvicendamento era di due cicli di colture di specie differenti, che così lasciavano più spazio alla scelta del coltivatore, non sussistendo l'obbligo di lunga durata, ora invece prevista dal nuovo decreto che ha introdotto le colture principali.
"Con il nuovo decreto è stata quindi apportata una sostanziale modifica che di fatto limita di molto la possibilità di eseguire la pratica del sovescio (durata minima 70 giorni) che gli agricoltori avevano iniziato ad attuare dall'entrata in vigore del precedente Dm del 2009 e che consentiva - ancorché tra mille difficoltà – di coltivare grano duro con cadenza biennale" spiega Massimino.
La posizione assunta da Pottino e Massimino è chiara: i vincoli pedoclimatici del territorio siciliano rendono estremamente difficoltosa l'individuazione di coltivazioni principali alternative al grano duro, pertanto è necessario che venga concessa la possibilità di coltivare tale specie ad anni alterni, al fine di mantenere vitali intere comunità rurali che da essa dipendono.
Per fronteggiare la situazione il 31 ottobre scorso è stato convocato un tavolo tecnico dal dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e foreste della regione Sicilia - Carmelo Frittitta - al quale hanno preso parte Confagricoltura, le altre principali sigle sindacali, l'associazione Simenza, il Crea - Acm (Centro di ricerca per l'agrumicoltura e le colture mediterranee), l'Istituto Ballatore ed i dipartimenti di Agraria delle Università di Catania e Palermo.
Dall'incontro è emersa la volontà unanime di presentare richiesta ufficiale al Mipaaft per la concessione di una deroga. Definiti gli aspetti salienti della richiesta in quesiti, i docenti dei Dipartimenti di Scienze agrarie di Palermo e Catania - Gaetano Amato e Salvatore Luciano Cosentino - sono passati alla redazione del documento ufficiale da presentare.
Il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, inoltre sottolinea: "A ridosso delle semine e con un quadro normativo estremamente incerto bisogna adoperarsi con massima tempestività per dare la possibilità ai nostri imprenditori di fare le corrette scelte agronomiche".
"Non è possibile - continua Pottino - che con colture da sovescio in atto – il Dm è stato pubblicato il 5 settembre – non sappiamo se la pratica adottata sia valida o meno per l'annata agraria corrente. A tal proposito stiamo preparando un'interrogazione al ministero attraverso la Federazione nazionale di prodotto Agricoltura biologica di Confagricoltura per avere precisazioni in merito".