"Il Crea ha raccolto la sfida dell'agricoltura digitale, sempre più strategica per il nostro sistema agroalimentare, in quanto offre opportunità di crescita sia economica e sia delle performance qualitative. Innovazione, infatti, vuol dire una concreta possibilità di sviluppo, in cui la tecnologia è non solo qualità delle produzioni, ma soprattutto qualità della vita".

Queste le parole di Salvatore Parlato, presidente del Crea, a seguito della notizia della partecipazione del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria al #DigitalFields Hack. Una due giorni non-stop dedicata ad innovazione e tecnologia, organizzata da Tim Wcap, in collaborazione con Olivetti e Future food institute.

L'evento, che si svolgerà a Bologna, in Via Guglielmo Oberdan, 22 il 27 e 28 ottobre prossimi, vedrà la partecipazione di studenti, imprenditori, professionisti, manager e stakeholder, impegnati nello sviluppo di soluzioni innovative per rispondere alle diverse challenge proposte, con l'unico obiettivo di applicare soluzioni digitali all'agricoltura.
Tra i componenti della giuria ci sarà anche Cristiano Spadoni, responsabile marketing di Image Line.

Il Crea, con il suo centro Agricoltura e ambiente ha, infatti, raccolto la sfida tecnologica che l'agricoltura del futuro è chiamata sempre più ad affrontare: quella cioè di produrre di più e in maniera sostenibile, con meno acqua e fertilizzanti, attraverso lo sviluppo della piattaforma di modellazione biofisica applicata a sistemi agro-ambientiali, BioMA.
Tale piattaforma, utilizzata dalla Commissione europea e in diversi progetti internazionali, è strutturata con moduli che consentono di applicare tali strumenti di simulazione all'analisi e alla pianificazione dei sistemi colturali, con l'intento di passare rapidamente da prototipi ad applicazioni operative.

BioMa è, inoltre, formata da componenti riutilizzabili in altre applicazioni o in collegamento con piattaforme diverse. Grazie all'impiego di BioMa è possibile, ad esempio, simulare e prevedere gli impatti di cambiamenti climatici sulla produttività delle colture agrarie, valutando il raccolto e il momento migliore della raccolta in funzione degli obiettivi aziendali. Oppure partendo da variabili meteorologiche date effettuare analisi del fabbisogno idrico in rapporto al terreno e alla coltura o valutare il rischio di esposizione a patologie in base alle condizioni pedoclimatiche di una determinata coltura e stabilire il momento migliore per trattare l'eventuale patogeno.