"La bioeconomia sviluppa 260 miliardi di euro ogni anno in Italia - ha detto Fava - e potrebbe crescere del 20% entro il 2030, coinvolgendo diversi settori, dall'agricoltura alla forestazione, dall'energia all'acquacoltura, fino al mare".
In uno scenario ad alto tasso di globalizzazione, salvano la qualità, le indicazioni geografiche (la provincia di Mantova è l'unica che può vantare la produzione sia di Grana Padano che di Parmigiano Reggiano, presenti alla Millenaria a colpi di show cooking e degustazioni), la diversificazione.
E se Confai Mantova promuove la minima lavorazione per risparmiare fino a 180 euro all'ettaro nella produzione di mais, a Gonzaga si presentano le opportunità per l'elicicoltura, dove la coltivazione di lumaca riesce ad attrarre ospiti internazionali proprio perché rappresenta un modello di diversificazione delle entrate, sfruttando le attitudini cosmetiche della bava.
E ancora, l'edizione 2018 è la Millenaria delle innovazioni, esposte fra i padiglioni e pianificate negli investimenti futuri. Come quelli annunciati dai produttori di pere, con le reti anti-insetto (la cimice asiatica è più di una minaccia), o dagli allevatori, che sempre di più cercano di coniugare miglioramento della qualità delle produzioni zootecniche, il benessere animale e la riduzione dei costi (compresa la manodopera, con l'introduzione dei robot di mungitura).
Innovazioni di processo e di prodotto, come quelle promosse dalla Latteria San Pietro, 50mila forme di Grana Padano, declinate anche nella versione "kosher" o "da fieno". Il progetto "Gestigrana" - modello in grado di tracciare non solo la filiera del latte, ma anche di individuare equilibri all'interno del sistema di alimentazione degli animali in modo da riconoscere una remunerazione bilanciata sia ai cerealicoltori che agli allevatori - va in questa direzione, grazie all'alleanza tra Latteria San Pietro, imprenditori agricoli e Cooperativa Quadrifoglio.
Il futuro, per dirla con le parole di Angelo Frascarelli, economista agrario dell'Università di Perugia, è quello di "un'agricoltura smart, sostenibile, in grado di produrre non solo di più e con minori costi, ma anche quello che chiede il consumatore".
Rimangono le incognite sul futuro della Pac. Come sarà? Difficile esprimersi, anche se appare molto probabile una riduzione dei fondi destinati agli agricoltori, tagliati per fare spazio alle nuove politiche dell'Unione europea, dalla sicurezza ai migranti.
Ermanno Comegna, economista agrario esperto di Pac intervenuto al convegno di Confagricoltura Mantova, preconizza un taglio degli aiuti diretti "di almeno il 20% nel periodo 2021-2026, per effetto della convergenza, anche se la partita è ancora tutta da giocare".