Sono questi alcuni dei benefici registrati da uno studio dell'Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell'Università degli Studi di Brescia.
I risultati sono il frutto del monitoraggio di alcuni casi di applicazione diretta di nuove tecnologie da parte di alcune importanti aziende del settore vitivinicolo. I principali strumenti utilizzati sono: software per l'elaborazione di mappe (per esempio mappe di vigore) sistemi informativi gestionali, sistemi di supporto alle decisioni (DSS), sistemi di raccolta ed elaborazione di dati e tecnologie/sensori IoT.
Il 16% delle soluzioni digitali è legato al vitivinicolo
Attraverso una mappatura analitica dell'offerta tecnologica nell'ambito dell'agricoltura 4.0 in Italia, l'Osservatorio Smart AgriFood ha individuato più di 220 soluzioni offerte da più di 70 realtà imprenditoriali. La maggior parte delle soluzioni di Agricoltura 4.0 è svincolata da specifici settori agricoli, ma il 16% di tali soluzioni è riconducibile al vitivinicolo.Paradossalmente, nonostante le grandi potenzialità, il settore vitivinicolo deve però ancora compiere un decisivo passo avanti dal punto di vista dei finanziamenti. Se tra i settori verticali risulta infatti rilevante l'ortofrutticolo (che conta il 14% delle startup mappate), nel panorama italiano il vitivinicolo si ferma al 9%, seguito dal cerealicolo con il 7%. Percentuali ancora minori, quasi trascurabili, per allevamento zootecnico e lattiero-caseario.
Monitoraggio per l'anticipare patogeni e malattie
Tenuta Santa Scolastica è una piccola azienda viticola localizzata sulle colline di Reggio Emilia, che coltiva 3 ettari di Pinot nero. La ricerca ha portato l'azienda a conoscere e poi implementare una soluzione di monitoraggio del vigneto volta ad anticipare la formazione di patogeni e malattie della vite tramite l'installazione di alcuni sensori in campo e la conseguente analisi dei dati raccolti, realizzata con specifici algoritmi che indicano il momento opportuno per effettuare l'intervento antiparassitario. Notevoli anche i riscontri sulla qualità del proprio prodotto.Sistemi di supporto alle decisioni e risparmio economico
Res Uvae è invece una giovane azienda vitivinicola della provincia di Piacenza, con una superficie coltivata di 16 ettari. L'azienda ha applicato un sistema di supporto alle decisioni (DSS) che fornisce all'agronomo aziendale, grazie all'elaborazione dei dati ambientali attraverso modelli matematici avanzati, informazioni utili alla gestione sostenibile del vigneto. L'azienda ottiene benefici in termini di: risparmio dei trattamenti in campo, grazie ad un'accurata e precisa analisi dello stato del vigneto; conseguente risparmio economico in termini di input produttivi, ore uomo, etc.Res Uvae, rispetto a un'azienda con le stesse caratteristiche che non utilizza un analogo sistema di supporto alle decisioni, risparmia circa 300 euro all'anno per ogni ettaro.
Analisi delle mappe di vigore
Anche Berlucchi, uno dei brand di spumanti più affermati in Italia e riconosciuti all'estero, ha investito in innovazione: l'azienda della Franciacorta - che conta circa 550 ettari di vigneto suddivisi in quasi 800 appezzamenti tra vigneti di proprietà e vigne condotte da agricoltori che conferiscono le uve all'azienda – ha abbracciato l'agricoltura di precisione già nei primi anni 2000, grazie a un progetto del Consorzio Franciacorta.In seguito l'azienda ha iniziato a implementare le mappe di vigore e si è prestata per testare uno dei primi prototipi di macchina spandiconcime a rateo variabile per modulare le differenze tra i diversi vigori rilevati tramite l'analisi delle mappe. Successivamente, l'azienda si è resa conto che l'analisi del vigore del vigneto non offre solo benefici quantitativi associati a un minore spreco di risorse produttive (in particolare fertilizzanti), bensì permette di ottenere maggiore omogeneità del vigneto e della relativa vendemmia (variabile).
"Il vitivinicolo, come peraltro evidenziato nei casi di studio svolti, è certamente uno dei settori dove l'agricoltura 4.0 potrà manifestare con maggiore forza il proprio potenziale – spiega Andrea Bacchetti, direttore dell'Osservatorio - Non a caso, anche nell'edizione 2018 dell'osservatorio sono previsti dei casi di studio verticali, con l'obiettivo di valutare quantitativamente l'impatto di una serie di soluzioni tecnologiche atte a migliorare l'efficienza del processo di produzione e l'efficacia (la qualità, nel caso specifico) del prodotto finito".
"I dati prodotti dall'applicazione delle logiche di industria 4.0 in ambito vitivinicolo, e nell'agroalimentare in generale, stanno generando fortissimi appetiti nelle aziende multinazionali, in quanto fondamentali fonti di valore. È importante che le aziende e le filiere italiane si preparino adeguatamente per non perdere questo valore. Ne è un chiaro esempio quanto accaduto con Facebook in questi giorni", aggiunge Filippo Renga, cofondatore degli Osservatori Digital Innovation della School of management del Politecnico di Milano.
L'Osservatorio Smart AgriFood vuole diventare il punto di riferimento in Italia, per comprendere in profondità le innovazioni digitali (di processo, infrastrutturali, applicative, HW e SW) che stanno trasformando la filiera agricola e agroalimentare, unificando le principali competenze necessarie: economico-gestionali; tecnologiche; agronomiche.
L'obiettivo dell'Osservatorio è quello di veicolare i risultati della ricerca ai decision maker – creando occasioni di incontro e di confronto tra gli stakeholder per promuovere il dialogo e l'innovazione di valore – e fare cultura, diffondendo l'informazione e la conoscenza sull'innovazione digitale nella filiera.
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