L'accordo è stato raggiunto tra l’Anicav, Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali e le Op Assodaunia, Aoa, Apopa, Almaseges, Concoosa, Aom, Apom, La Palma, Apo Foggia, Conapo, Apoc Salerno, Fimagri, Terra Orti. Decisiva la richiesta di mediazione al ministero per le Politiche agricole partita in un primo momento da Agrocepi e portata avanti da Cia. Mentre la trattativa, per la parte agricola, è stata svolta sul campo dal mondo della cooperazione agricola e delle unioni di Op: Aci, Unaproa e Italia Ortofrutta, che hanno raccolto le deleghe di tutti i soggetti coinvolti.
"E' prevalso il senso di responsabilità delle parti – ha dichiarato il presidente Anicav, Antonio Ferraioli - che dopo mesi di discussioni hanno ritenuto di mettere da parte le proprie richieste in ragione dell'obiettivo primario di ridisegnare una nuova governance di filiera in grado di assicurare una chiara pianificazione degli ettari messi a coltura, un'attenta programmazione della quantità da conferire alla trasformazione e, soprattutto, il rispetto delle regole condivise".
Giovanni De Angelis, direttore di Anicav ha sottolineato: "Al fine di recuperare il dialogo con la parte agricola e favorire la crescita di una nuova cultura di filiera, l'Anicav ha accettato di non applicare alcuna riduzione del prezzo rispetto alla campagna del 2016, come è avvenuto invece nel bacino del Nord e in tutti gli altri paesi trasformatori nostri competitor".
"L'accordo raggiunto - ha ricordato Annibale Pancrazio, presidente del Polo distrettuale Centro Sud Italia - rappresenta un ulteriore stimolo al rilancio dello strumento interprofessionale attraverso l'evoluzione del Polo distrettuale – aggregazione volontaria tra Op e imprese di trasformazione – in un'Organizzazione interprofessionale riconosciuta".
Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, ha sottolineato: “I produttori agricoli del Sud con questo accordo rinviano alla prossima campagna qualsiasi pretesa sul prezzo della materia prima e portano a casa un corrispettivo uguale a quello dello scorso anno, ma in un contesto dove - ovunque nel Mondo e al Nord Italia - si è pervenuti ad un ribasso”.
Velardo ha affermato inoltre: “Oggi possiamo finalmente dire che è possibile andare verso un organismo interprofessionale per il pomodoro da industria al Sud e immaginare di lavorare con dei contratti di filiera, perché il nostro vero obiettivo deve essere il reddito delle imprese agricole”.
E la Cia, Confederazione italiana agricoltori, che si è spesa con il Mipaaf per propiziare l’accordo, parla per bocca di Alessandro Mastrocinque, vicepresidente nazionale dell’organizzazione, che ha affermato: “Rivendichiamo il grandissimo lavoro fatto da Cia per sensibilizzare le parti e per le sollecitazioni al ministero delle Politiche agricole. Abbiamo portato a casa un risultato straordinario per il comparto e abbiamo garantito un contratto ai nostri soci senza alcuna riduzione di prezzo”.
“Abbiamo vissuto uno scenario da incubo per la crisi che si è consumata tra produttori e industriali rischiando una deregulation nel comparto, con tutti i rischi connessi”, ha detto ancora Mastrocinque.
“La Cia lo ha denunciato a gran voce dal Macfrut di Rimini a due mesi dall’avvio della raccolta del pomodoro, con le piante già a dimora. Ed ha poi chiesto e ottenuto un incontro operativo presso il ministero dell’Agricoltura. Lo strumento del contratto - conclude Mastrocinque - è l’elemento di garanzia, che va anche oltre gli aspetti commerciali, infatti le regole sono propedeutiche anche per tracciare la qualità del prodotto e quindi, di quel pomodoro che finirà nelle scatole destinate alla vendita per i consumatori”.
Si scongela anche la posizione di Confcooperative, che per protesta si era tirata fuori dal Distretto del pomodoro del Centro Sud: "Il mondo della cooperazione tutto saluta con estremo favore questo accordo - ha sottolineato Alfonso di Massa, presidente Fedagri Confcooperative in Campania - e siamo pertanto pronti ad essere partecipi e a condividere un percorso nel Distretto del pomodoro da industria del Centro Sud".
Tra le organizzazioni agricole che hanno propiziato l’accordo, chiedendo per prima e a gran voce l’intervento del Mipaaf c’è Agrocepi: “Non posso che esprimere soddisfazione – ha dichiarato ad AgroNotizie il presidente, Corrado Martinangelo.