"Abbiamo accolto con favore praticamente tutte le proposte che sono arrivate dalla Commissione, tranne quella sulla definizione di agricoltore attivo. Ma vogliamo prendere la palla al balzo per rendere questa riforma ancora più ambiziosa", spiega ad AgroNotizie Paolo De Castro, vicepresidente della commissione Agricoltura al Parlamento europeo e relatore, insieme ad Albert Dess, della proposta di modifica.
Onorevole De Castro, quali sono le principali novità che dovrebbero essere introdotte nell'attuale Pac?
"Per quanto riguarda la gestione dei rischi noi vogliamo aumentare gli strumenti disponibili e abbassare al 20% la soglia di indennizzo. Chiediamo poi uno sforzo di semplificazione della macchina burocratica, con una velocizzazione delle procedure. Infine l'estensione a tutti i settori delle disposizioni del pacchetto latte che mirano a favorire la concentrazione dell'offerta e la condivisione delle funzioni organizzative e commerciali".
Scendiamo nel dettaglio, in quale modo gli agricoltori possono tutelarsi dai rischi?
"La riforma del 2013 ha introdotto strumenti interessanti che però non si sono diffusi. Mi riferisco ad esempio ai fondi mutualistici. Per questo chiediamo di rendere questi strumenti più facili e accessibili abbassando ad esempio al 20% la soglia per l'indennizzo delle perdite di reddito, anche in caso di danni naturali, e anche per le polizze assicurative agevolate. Inoltre chiediamo che vengano inserite nell'elenco degli strumenti agevolabili anche le polizze assicurative per la copertura delle perdite di reddito".
Per molti la Pac non è solo una importante fonte di aiuto, ma anche un moloch burocratico. Che cosa farete a riguardo?
"Tutta la riforma di medio termine ha come principio conduttore la semplificazione. Sia per gli apparati amministrativi degli Stati, sia per gli agricoltori che devono avere il diritto a procedure veloci e con tempi certi. Inoltre chiediamo che ci sia una continuità di programmazione tra una Pac e l'altra garantita dalla prorogabilità dei Psr in attesa che quelli nuovi vengano approvati".
Intendete mettere mano anche al famigerato greening?
"Assolutamente sì. Chiediamo un innalzamento a 15 ettari della soglia oltre la quale scattano gli obblighi di diversificazione, ma anche l'eliminazione della soglia di 30 ettari per le aziende che per oltre il 75% della loro superficie sono coperte da colture e pratiche ecologiche. Inoltre abbiamo scelto di includere le colture erbacee, le colture sommerse e le leguminose nel novero di quelle sostenibili".
Uno dei grandi crucci per gli agricoltori sono i prezzi corrisposti per i prodotti agricoli. Che cosa intendete fare a riguardo?
"Il nostro obiettivo è quello di riequilibrare il potere contrattuale all'interno della filiera agroalimentare per dare maggiori poteri agli agricoltori. Questo processo non puó che passare attraverso formule organizzative e modelli contrattuali collettivi. Abbiamo proposto delle soluzioni che hanno come obiettivo favorire le opportunità di concentrazione dell’offerta e di condivisione di funzioni di tipo organizzativo e commerciale. Accanto alle Organizzazioni dei produttori vengono introdotte le Organizzazioni di contrattazione, gruppi di agricoltori che si uniscono per contrattare prezzi migliori o per condividere funzioni, come quella commerciale o di marketing".
Parliamo di tempistiche, quando queste modifiche saranno valide?
"Il termine ultimo è il primo gennaio 2018. Insieme a Dess abbiamo presentato in commissione Agri il nostro parere che ora dovrà essere approvato dalla Plenaria entro maggio. La palla poi passerà al Consiglio con cui dovremo trovare una mediazione".
Per quanto riguarda la definizione di agricoltore attivo ci sono novità?
"La Commissione voleva demandare agli Stati membri la decisione di scegliere i soggetti destinatari dei fondi Pac. Noi ci siamo opposti e chiediamo che non venga toccata la definizione di agricoltore attivo e la black list stilata durane la scorsa legislatura. Questo per evitare che soggetti non agricoli ricevano fondi".