La giornata, dal titolo 'La montagna italiana nello sviluppo rurale: problematiche e prospettive economiche, sociali, ambientali e istituzionali', ha visto quasi 300 iscritti e la partecipazione di relatori di rilievo, primo tra tutti il viceministro dell'Agricoltura Andrea Oliviero.
Oliviero ha proposto tre riflessioni politiche per lo sviluppo delle zone montane: primo, le opportunità offerte dalla delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa forestale, poi il sostegno alle aree interne, da portare avanti insieme alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari di montagna e terzo, l'obbiettivo di puntare nella politica europea alla remunerazione dei servizi ecosistemici che le nostre montagne sono in grado di offrire.
Sono intervenuti anche Francesco Mantino di Ismea, Francesco Marangon presidente Sidea, la Società italiana di economia agraria, Alessandra Stefani, dirigente generale Mipaaf, Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera.
Per le rappresentanze professionali e agricole hanno parlato i rappresentanti di Cia, Coldiretti e Confagricoltura, e dell'Alleanza cooperative italiane oltre a Legambiente, Federparchi, all'Anbi, Associazione nazionale dei consorzi di bonifica.
I lavori sono stati chiusi dall'assessore all'Agricoltura della Toscana, Marco Remaschi, che ha lanciato il suo invito a intraprendere un nuovo percorso di rilancio delle azioni sulla montagna.
"O consideriamo la montagna come un'opportunità da cogliere o saremo costretti a subirla come un problema. E' perciò necessario rimettere questo tema al centro della scena politica, intervenendo con azioni multidisciplinari e integrate" ha affermato l'assessore.
La montagna cioè deve essere considerata non solo in relazione alla funzione di presidio idrogeologico o di protezione dai mutamenti climatici, ma quale risorsa umana, economica e ambientale.
"Spesso si abbina la parola montagna al concetto di marginalità, ma, mi chiedo, si può considerare marginale, come nel caso della Toscana, il 47% del nostro territorio?" ha osservato l'assessore.
Servono pertanto politiche integrate, in grado di dare risposte su più fronti, per offrire dei servizi per i quali non possono valere le stesse regole di economicità che devono essere rispettate in città.
E dunque serve un lavoro integrato su agricoltura, turismo, commercio, trasporti, sanità, sociale, servizi, cioè tutti i settori necessari per rendere possibile che la gente continui a vivere in montagna.
Per fare questo serve una forte attenzione da parte delle istituzioni. Remaschi ha evidenziato come il Governo italiano sia un buon interlocutore su questi temi, ma che invece occorre chiedere maggior attenzione e impegno all'Unione europea che fino ad ora si è dimostrata poco attenta a questa tematica.
Remaschi ha concluso il suo intervento facendo un esempio di quello che può essere la potenzialità economica della nostra montagna: il legname.
L'Italia infatti è uno dei maggiori importatori di pellet "ma è possibile che con la nostra dotazione di foreste si debba ricorrere al mercato straniero? - ha osservato - Occorre fare un ragionamento su una tematica come questa che può avere ricadute economiche e ambientali. Anche così si contribuisce a creare opportunità di rilancio della montagna".
Ora aspettiamo i fatti.