Lo dicono le stime di Wine Monitor, Osservatorio sul vino di Nomisma, che ha analizzato gli acquisti di vino nei primi otto mercati, ovvero i due terzi dell’import mondiale.
Guardando ai principali mercati di sbocco, gli Stati Uniti dovrebbero chiudere l’anno con una crescita inferiore al 2% rispetto al 2015, mentre Regno Unito e Germania subiranno cali, rispettivamente del 9% e del 4%. Cresce l’import giapponese, a un ritmo che a fine anno si avvicinerà al 2%, mentre la Cina fa campionato a sé, aumentando le quantità prodotte del 20%.
“In uno scenario di mercato contraddistinto da più ombre che luci – sottolinea Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor Nomisma - anche i vini italiani risentono di queste incertezze e battute d’arresto, dove i cali sono in larga parte generalizzati e risparmiano pochi grandi esportatori”.
Queste valutazioni partono necessariamente dagli ultimi dati disponibili in tema di commercio internazionale, dai quali ne esce una preoccupante diminuzione delle importazioni di vini fermi imbottigliati, ovvero il 70% degli scambi mondiali della categoria. Continuano a crescere le importazioni di spumanti, con il Prosecco che guida la classifica, crescendo sia negli Usa che nell’Uk.
“Guardando ai singoli competitor – continua Pantini – gli spumanti italiani crescono più dei concorrenti in tutti i principali mercati di consumo tranne in Giappone, dove Francia e Spagna ci battono, e la nostra presenza è ancora marginale. Sui vini fermi andiamo peggio di Nuova Zelanda e Spagna negli Stati Uniti, del Cile in Uk”.
Per il 2017 le incognite sono tante. Innanzitutto la Brexit, che non si ancora quando si concretizzerà, anche se ha già comportato una svalutazione del 13% della sterlina nei confronti dell’euro. Inoltre l’elezione di Donald Trump potrebbe vanificare ogni tentativo di realizzazione del Ttip.
Sul fronte degli accordi di libero scambio, l’Unione Europea sta negoziando su alcuni fronti con i paesi terzi, che, con l’entrata in vigore nel 2017, porteranno sicuramente benefici all’export dei vini italiani. I mercati interessati al momento sono il Canada e il Vietnam, dove verranno gradualmente aboliti i dazi a carico dei nostri vini.