“Abbiamo sbloccato le risorse del capitolo di bilancio che prevede 3 milioni e 480 mila euro di risorse aggiuntive stanziate per i consorzi di bonifica. Le somme erano previste dalla legge di variazione di bilancio e non erano state ancora trasferite agli enti”.

Lo ha detto il 17 novembre 2016 l’assessore regionale all’Agricoltura della Regione Sicilia, Antonello Cracolici, durante una riunione a Mazara del Vallo con i lavoratori del Consorzio di bonifica di Trapani. Perché i soldi serviranno a pagare, almeno in buona parte, gli stipendi arretrati dei dipendenti.
 
E quella trapanese è solo una tappa del percorso che porterà in tempi relativamente brevi alla riforma degli enti di bonifica e irrigazione previsto dalla Regione Sicilia, e che non può prescindere dalla tutela dei lavoratori del comparto. La legge c’è già, ma attuarla non è oggettivamente facile, a causa di una pesante situazione pregressa.
 
Sul futuro dei consorzi di bonifica e irrigazione della Sicilia l’assessore Cracolici, aveva raggiunto un'intesa proprio con i sindacati dei lavoratori nello scorso mese di giugno 2016, ottenendo la revoca di uno sciopero: meno costi futuri, soppressione di molti enti, accorpamento di servizi, trasferimento del debito pregresso e più risorse nel 2016. In futuro, una gestione manageriale garantirà bilanci senza buchi e servizi efficienti.
 
Sul tavolo degli uffici regionali c’è ancora una situazione non facile: sono oltre 2.100 i dipendenti dei Consorzi di bonifica tra tempo indeterminato e stagionali, con un costo che si aggira sui 50 milioni di euro all’anno. Mentre gli 11 enti di bonifica registravano la scorsa estate oltre 130 milioni di debiti pregressi, in molti casi con contenziosi in atto, ed una quantificazione del debito complessivo è ancora in corso presso i competenti uffici della Regione Sicilia. Prima del compimento di questa vasta e complessa attività non si potrà procedere alla fusione tra gli enti e al trasferimento del debito pregresso in capo a Regione Sicilia.
 
“Tra l’altro, i consorzi di bonifica – sottolinea Coldiretti Siciliasono commissariati da 21 anni e, come più volte evidenziato, hanno costi di gestione molto alti che gravano sulle aziende agricole sulle quali ricadono gli aumenti del costo dell’acqua per l’irrigazione”.
 

L’aumento è dovuto ad una norma della legge di stabilità della Sicilia: il comma 11 dell’articolo 47 della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9. Qui è stabilito che i Consorzi di bonifica debbano" adottare tutte le misure amministrative e gestionali finalizzate al conseguimento dell’equilibrio finanziario entro l’esercizio finanziario 2020", e si diminuisce a scaglioni la contribuzione da parte della Regione Sicilia.
 
La norma incide sui consorzi - che hanno una passività enorme - e sembra innescare un meccanismo perverso tra aumento del debito e aumento del costo dei servizi irrigui. Ma l’assessore all’agricoltura Cracolici, sentito da AgroNotizie ricorda: "La riorganizzazione dei consorzi di bonifica passa prima di tutto da una separazione netta tra il passato e il futuro e da un approccio nuovo che ridia dignità al lavoro della bonifica in Sicilia che ha una funzione importantissima per la nostra economia”.
 
Cracolici, inoltre, sottolinea come nelle more dell’attuazione della riforma ci sarà “Più rigore nella gestione del servizio e nessuno sconto per chi non fa il proprio dovere, che siano lavoratori che non rispettano il proprio ruolo o utenti che non pagano il servizio”.
 
Cracolici infine conferma: “Stiamo lavorando per dare finalmente attuazione all'ultima legge di riordino del settore che ha ridotto i consorzi siciliani da 11 a 2. Bisogna costruire una nuova gestione finanziaria che sia svincolata dalla peso dei debiti accumulati in più di 20 anni di gestione commissariale. Infine il ritorno delle elezioni per i consiglio di amministrazione dei consorzi per ridare ai consorziati la possibilità di scegliere i propri amministratori, a cui va affiancata una gestione fatta da manager capaci che abbiano i giusti requisiti professionali".