Tra gennaio e giugno del 2016 il valore dell’export dell’agroalimentare nel Mezzogiorno d’Italia cresce di appena lo 0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, stando alle elaborazioni Ismea su dati Istat rese note ieri, 17 ottobre 2016.

Secondo l’Ismea, questo dato complessivo è frutto di una diminuzione delle esportazioni agricole delle regioni meridionali pari al 4,2% e ad un incremento dell’export dei prodotti agricoli trasformati dall’industria meridionale dell’ 1,6%.

Il dato – che per ovvi motivi è ancora provvisorio e che risente di fattori come le sanzioni alla Russia, la svalutazione della sterlina e l’apprezzamento dell’Euro su altre divise - per il Sud segna il rallentamento di una dinamica che aveva tenuto banco negli scorsi anni. E ha però risvolti diversi a seconda delle regioni.

E’ il caso della Puglia, che di un rallentamento dell’export agroalimentare non vuole proprio sentire parlare: “Siamo qui a Parigi al fianco dei nostri agricoltori e trasformatori per rafforzare il trend positivo dell’export pugliese che continua a dare buone notizie e, soprattutto, compensa le perdite in altri settori”. Così ieri 17 ottobre 2016 il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante la seconda giornata del Sial di Parigi.

Negli ultimi anni, sui mercati esteri, la Puglia dell'agroalimentare è sempre più una realtà, sia sul versante dell'esportazione dei prodotti agricoli, sia su quelli trasformati. Infatti, analizzando le serie storiche 2009-2014 si nota che l'aggregazione di questa filiera passa da un valore in export di 800 milioni di euro (2009) ad 1 miliardo e 200 milioni di euro nel 2014: un tasso di crescita del 50% in soli 5 anni, che è un piccolo record, spiegato anche dal volano che il turismo ha rappresentato per l’agroalimentare pugliese in questi anni sia sul Salento che verso il Gargano.

“In particolare, si rileva che l'industria di trasformazione ha un andamento più euforico, con una curva di crescita che non smette di salire. Invece la performance dei prodotti agricoli assume ormai caratteristiche costanti, con fluttuazioni di tipo più che altro congiunturale" è scritto in una nota di Regione Puglia.

“Da notare che i dati Istat del 2015 e 2016 sul dettaglio regionale sono ancora provvisori, quindi non passibili di un commento scientifico – è scritto nella nota di Regione Puglia, dove si sottolinea - Tuttavia, da un confronto fra i primi due trimestri degli anni sopra indicati è plausibile prevedere che il 2015 e il 2016 avranno confermato il trend di crescita analizzato, con risultati migliori del 2014”.