Questi valori sono spiegati – a livello territoriale – da un aumento della produzione (in volume) in quasi tutte le aree del Paese, in particolare al Sud, dove si registra una crescita del 5,9%, seguito dal Centro (+3,5%), dalle Isole (+3,0%) e dal Nord-est (+0,3%). La produzione è scesa solo nel Nord-ovest (-1,1%).
A tali dati produttivi si affiancano quelli ancora più significativi della crescita del valore aggiunto complessivo del settore agricolo.
Infatti, la componente agricola del Pil registra aumenti in quasi tutte le aree, con incrementi del 9,6% nel Sud, del 5,7% nel Centro, del 5,1% nelle Isole e dello 0,8% nel Nord-est. Anche in questo caso l’eccezione è costituita dal Nord-ovest, dove il valore aggiunto agricolo scende dell’1,0%.
Complessivamente, le Regioni del Sud e le Isole con questa ripresa produttiva riscattano solo in parte l’arretramento dell’economica agricola intervenuto nell’ultimo quindicennio. I dati sono comunque incoraggianti ed individuano alcune tendenze.
Tra le Regioni meridionali che vanno forte svetta il caso della Puglia.
L’agricoltura pugliese guida la risalita dell’economia regionale con una crescita del valore aggiunto del settore agricolo regionale del +13,97% rispetto all’anno precedente, fortunatamente una ripresa robusta dopo le perdite registrate negli anni, tanto che il valore aggiunto nel 2015 segna comunque un –2,44% rispetto al 2000, secondo i dati sull’andamento dell’economia agricola diffusi ieri dall’Istat. Balzati in avanti in 15 anni i consumi intermedi, il valore dei prodotti, beni e servizi dei quali necessitano le aziende agricole e che sono aumentati del 43,55% e i costi per i mangimi e le spese per gli animali del +33,98%.
Secondo i dati pubblicati ieri dall’Istat, anche la Campania segnala una ripresa: la produzione del settore agricolo cresce nel 2015 del 6,23% sull'anno precedente e si apprezza un incremento del valore aggiunto pari all’8,39% sul 2014. Anche in questo caso è una ripresa che si presenta solida, rispetto alle forti perdite degli ultimi tre anni, specie quella del 2014.
La Campania vede una perdita netta del valore aggiunto agricolo, rispetto ai valori del 2000, più forte: -13,68%. In compenso negli ultimi anni calano i consumi intermedi, con un incremento moderato nel 2015: +0,73%.