Il Programma di sviluppo rurale della Sicilia 2014-2020, che con 2,2 miliari di euro ha il budget più grande d’Italia, punta a trasformare il sistema agricolo dell’Isola, favorendo investimenti per 6,3 miliardi di euro, utilizzando lo strumento dell’aggregazione tra le imprese per l’innovazione, valorizzando al massimo le produzioni di qualità.

E’ questa la sintesi del messaggio lanciato ieri dall’assessore regionale all’agricoltura, Antonello Cracolici, nel corso della presentazione del protocollo d'intesa tra ministero per le Politiche agricole e Intesa Sanpaolo per le anticipazioni alle imprese finanziate dal Psr Sicilia che si è tenuta all’Orto Botanico di Palermo

All'evento presente il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione, che ha sottolineato l'importanza dei contratti di rete per lo sviluppo dell'economia agricola siciliana.

"Con 400 milioni di euro in tre anni – ha dichiarato Castiglione - la Sicilia potrà promuovere la crescita e le opportunità di impiego lavorativo in un comparto, quello agroalimentare, assolutamente strategico per l'economia locale. L'obiettivo è favorire le aziende dell'agroalimentare sul fronte dell'accesso al credito. Grazie a questo protocollo, le imprese e le filiere del settore avranno la possibilità di investire in innovazione, agevolare l'export e l'internazionalizzazione, favorire il ricambio generazionale e la formazione delle risorse. Le iniziative messe a punto potranno potenzialmente generare nella regione nuovi investimenti per oltre 500 milioni di euro".

"L'accordo – ha detto ancora il sottosegretario - facilita l'utilizzo dei fondi comunitari previsti dai Programmi di sviluppo rurale 2014-2020 e, nei primi tre mesi del 2016, Intesa Sanpaolo ha erogato agli imprenditori siciliani 61 milioni di nuovi finanziamenti".

"Un'importante opportunità per le imprese del settore agricolo e agroalimentare – ha sottolineato Castiglione – è rappresentata dal Programma filiere, al quale finora in Sicilia hanno aderito nove aziende capo-filiera con 432 fornitori, per un giro d'affari complessivo di 1.080 milioni di euro e 720 dipendenti".
 
"Bisogna investire in ricerca, innovazione e soprattutto nel ricambio generazionale per rafforzare il prestigio sociale in agricoltura, e consentire a questa pratica di essere un esempio per il futuro e non una testimonianza del passato" ha esordito Cracolici
 
Entrando nel merito della nuova programmazione l’assessore siciliano ha sottolineato come “Con il nuovo Psr intendiamo incentivare le produzioni di qualità e la quantità della qualità, favorendo le aziende che non si limitano solo a produrre, ma che fatturano commercializzando i propri prodotti nei sistemi di certificazione di qualità”.
 
E per raggiungere questo obiettivo Cracolici propone di utilizzare lo strumento dell’aggregazione.
“Con la misura 16 del Psr verranno finanziati al 70% progetti innovativi in grado di promuovere la concentrazione dell’offerta e l’aggregazione tra i produttori, non nella proprietà, ma nella vendita e nella trasformazione del prodotto – continua Cracolici - L’agroalimentare si espande sempre di più in tutto il mondo, per la Sicilia si aprono nuove opportunità di mercato”.
 
E tra le possibili forme di aggregazione tra imprese agricole e alimentari l’assessore siciliano ritiene necessario “Attivare reti di impresa per trasferire nuove competenze nel sistema produttivo regionale. Contiamo, attraverso l’insediamento giovani e le startup, di immettere nel settore agricolo almeno 2000 giovani nei prossimi 7 anni - e conclude sottolineando come - Questi numeri ci impongono un profondo rinnovamento, anche nella formazione agraria, ancora troppo legata al passato”.