Un incontro che vede raccolti attorno allo stesso grande tavolo, allestito per l’occasione dal Centro servizi ortofrutticoli, Davide Vernocchi, coordinatore settore ortofrutticolo Aci (Alleanza cooperative italiane/agroalimentare), Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, Angelo Benedetti, coordinatore delle imprese di filiera del Cso, Veronica Bertoldo, responsabile Ufficio associazionismo agricolo Regione Veneto, Felice Assenza, direttore generale delle Politiche internazionali e dell’Unione europea - Mipaaf e Simona Caselli, assessore all’Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia Romagna.
Un tavolo comune per l’ortofrutta italiana, come simbolicamente si è sempre rappresentato il Cso che proprio il 22 aprile ha tenuto l’assemblea elettiva degli organi sociali per il prossimo triennio, eleggendo il nuovo Consiglio di amministrazione composto da 21 consiglieri, il Collegio sindacale e confermando alla presidenza Paolo Bruni e alla vicepresidenza Carlo Manzo di Ortofruit Italia e Cesare Bellò di Opo Veneto.
“Il Cso - dichiara Bruni - è una realtà unica in Italia che associa 65 imprese tra produzione e filiera con le quali si attuano progetti e strategie per la crescita e lo sviluppo del settore. Oggi abbiamo riunito importanti protagonisti ed istituzioni del comparto ed insieme abbiamo condiviso le necessità e le strategie più urgenti per il settore. Serve una spinta all’innovazione, serve un’internazionalizzazione vera delle imprese cercando di conquistare spazi sui mercati del mondo. Serve aggregazione, sempre più stretta, serve razionalizzazione della logistica, ed una voce univoca che chieda infrastrutture ed investimenti in sostenibilità”.
“Il nostro settore - conclude Bruni - è o deve essere per sua natura intrinseca fortemente orientato alla sostenibilità, perché è un settore che più di ogni altro è legato ai ritmi ed alle regole della natura. Dobbiamo trasformare questa caratteristica in un valore per i produttori, per le imprese di filiera e per i consumatori di tutto il mondo”.
Felice Assenza conferma le parole chiave per la crescita dettate nella tavola rotonda Cso evidenziando la crescente importanza degli accordi bilaterali con Paesi terzi strategici per l’export italiano evidenziando l’esigenza di un corretto bilanciamento che dovrà evitare problemi di concorrenza soprattutto riguardo ai Paesi del bacino del Mediterraneo.
L’ortofrutta, insieme al vitivinicolo, rimane uno dei pochi settori per il quale l’Unione europea continua a garantire un supporto specifico attraverso l’Ocm ed è importante, secondo Assenza, continuare a mantenere questa specificità a tutela di un settore che oggi rappresenta il fiore all’occhiello dell’export agroalimentare e del made in Italy.
Occorre puntare su elementi di innovazione, nell’ottica di una riforma Pac che metta sempre più in luce le ricadute positive del settore in chiave di salvaguardia ambientale, tutela della salute dei consumatori, azione contro il riscaldamento globale e sappia fronteggiare con flessibilità le continue crisi di mercato del settore attraverso strumenti di tutela dinamici ma anche strutturali.
Competitività è la parola d’ordine anche per l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Simona Caselli che evidenzia il grande impegno della Regione su un Psr 2014-2020 che ha già messo a disposizione, con due bandi sulla competitività, ben 83,5 milioni di euro che movimenteranno, con il cofinanziamento, 200 milioni di euro. Una scelta ben precisa quella della Regione Emilia Romagna tutta incentrata al sostegno della redditività, puntando sull’ammodernamento dei processi produttivi e il sostegno alle produzioni di qualità e all’innovazione di prodotto e di processo.
Al centro anche gli investimenti sulla ricerca e l’innovazione: nei sette anni della nuova programmazione, oltre 50 milioni di euro, attraverso i Goi, i Gruppi operativi per l’innovazione, un inedito strumento previsto dall’Ue, che prevede la collaborazione tra aziende agricole, università ed enti di ricerca.
Il primo bando è già uscito e ha ricevuto una considerevole attenzione. Più in generale tutto il sistema della conoscenza potrà contare su oltre 90 milioni di euro.
Vanno poi considerate le risorse dell’Ocm ortofrutta che ammontano per il 2015 a oltre 73 milioni di euro. Uno strumento importante per perseguire un obiettivo fondamentale: quello dell’aggregazione e dell’integrazione per essere più competitivi sui mercati. Sono ancora troppe in Emilia Romagna le imprese che non esportano. A loro ci rivolgiamo con un ciclo di seminari dedicati all’internazionalizzazione, secondo la nostra strategia post Expo.
Dopo il primo appuntamento dei giorni scorsi a Bologna sulle barriere fitosanitarie, parleremo anche di barriere tariffarie e di accordi internazionali, incentivi per l’export e nuovi strumenti quali l’e-commerce e la borsa telematica,innovazione, startup e partnership con le istituzioni scientifiche, tutela dei marchi e lotta alla contraffazione.