La Regione Puglia ha un obiettivo: diventare autosufficiente per la fornitura di acqua a scopo irriguo, riutilizzando, a valle di un vasto programma di affinamento, tutta l'acqua reflua depurata: oltre 100 milioni di metri cubi l’anno.
Con una ricaduta non da poco per gli agricoltori che risparmierebbero fino a 70 milioni di euro l’anno, perchè oggi l'acqua utilizzata per irrigare è quella potabile, preziosa e cara: fino a 70 centesimi al metro cubo.
 
E’ questa la prospettiva indicata il 19 aprile 2016 durante la presentazione alla stampa del primo bando della Regione Puglia rivolto a Comuni, Province, Città metropolitane, Consorzi di bonifica, Arif ed Enti parco per il finanziamento e l’attivazione di sistemi di recupero e il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue urbane per 14 milioni di metri cubi all’anno.

Presenti in conferenza stampa il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e gli assessori alle Infrastrutture Giovanni Giannini ed alle Risorse agricole Leonardo di Gioia. Sul piatto c’è ora una prima tranche del piano, che da sola vale 30 milioni di euro, per la realizzazione di impianti in grado di affinare l’acqua depurata e renderla disponibile nelle reti irrigue. Emiliano ha chiesto aiuto al Governo per finanziarlo completamente.
 
“La Regione Puglia è già molto avanti e risponde con i fatti, ovvero con bandi come quello di oggi con cui incentiviamo il riuso delle acque depurate secondo tabella 185/2003 anche per pulire strade, innaffiare giardini, raffreddare impianti industriali e in generale per sostituire la preziosa acqua potabile. La Regione sta facendo la sua parte - ha affermato Emiliano se queste pratiche fossero sostenute dal Governo centrale sarebbe tutto più facile, potenzialmente potremmo riutilizzare 100 milioni di metri cubi di acqua da depurare che ci renderebbero autosufficienti in agricoltura”.
 
“Siamo partiti tre anni fa - ha spiegato Giannini - dopo decenni di sonno. Oggi abbiamo impianti come quelli di Fasano, Ostuni, Gallipoli, Corsano, Trinitapoli e Maruggio e stiamo lavorando per usare le acque del Gennarini-Bellavista all’Ilva di Taranto, che determinerebbero un risparmio di acqua potabile per 500 litri al secondo”.
 
"Oggi sappiamo qual è l’offerta di acque, con il bando di oggi vogliamo sapere quale sia la domanda: avremo 14 milioni di metri cubi di reflui raffinati che potrebbero sostituire quasi gratis acqua che finora si paga 50/70 centesimi al metro cubo, arrivando a risparmiare nel settore agricolo almeno 7 milioni di euro l’anno" ha continuato Giannini.
 
“L’acqua è uno dei fattori di competitività - ha sottolineato Di Gioia - e il prezzo dell’acqua è talmente differenziato sul territorio regionale a causa di molteplici fattori che così potremmo introdurre un elemento di stabilizzazione. Ci sono interi territori privi di reti che dovremo realizzare con il nuovo Psr e dovremo trascrivere il prezzo dell’acqua in maniera chiara”.