La Cantina di Solopaca ha saputo rialzare la testa e attraverso internet e i social media ha trasformato un evento fortemente negativo, ovvero l’alluvione dello scorso 15 ottobre 2015, in un’occasione di rilancio. Siamo in provincia di Benevento, nella zona del Sannio, e la Cantina di Solopaca è una realtà cooperativa davvero importante per la vitivinicoltura locale.

120mila ettolitri di vino prodotti, 600 soci e 1300 ettari coltivati. Questi i numeri principali della realtà nata e cresciuta in un territorio in cui viene prodotto il Solopaca Doc, primo vino nel Sannio ad aver ottenuto il riconoscimento di origine controllata (Doc) nel 1974.

Al Vinitaly 2016 AgroNotizie ha incontrato il presidente della Cantina Carmine Coletta e il responsabile comunicazione Almerico Tommasiello. Con quest’ultimo abbiamo parlato di strategie di comunicazione, internet e social media, mentre il presidente Coletta si è soffermato sulle prospettive per l’export e lo sviluppo sui mercati internazionali.

Qual è il vostro approccio al tema del vino digitale e sul rapporto tra vino e internet?
Tommasiello: “Per noi internet e i social media sono strumenti fondamentali. Insieme con il collega Salvatore Ferri, con il quale mi occupo di comunicazione per la Cantina di Solapaca, abbiamo ideato e lavorato alla campagna #Sporchemabuone, un’attività di promozione delle nostre bottiglie recuperate dal fango dell’alluvione. Attraverso Facebook e alla nostra Community siamo riusciti a intercettare tantissime persone interessate e la campagna è stato davvero un grande successo. Senza i social network, che riescono a mettere in contatto tanta gente nel giro di pochissimo, l’iniziativa non avrebbe sicuramente avuto così tanto successo. Siamo poi presenti su Twitter e Instagram, e naturalmente puntiamo anche sul sito web istituzionale aziendale come vetrina per la Cantina".

Quali sono le vostre prospettive per l'export in futuro? Su quali mercati potenzialmente interessanti intendete concentrare gli sforzi a livello commerciale?
Presidente Coletta: “Innanzitutto è necessario premettere che negli ultimi anni abbiamo compiuto numerosi sforzi per spostarci su una produzione di vini di maggiore qualità, arrivando a toccare una produzione di 3 milioni di bottiglie. Al momento abbiamo una quota export del 7-8%, ma stiamo lavorando per crescere sempre di più. Esportiamo in Germania, Russia, Bielorussia e Giappone. Stiamo lavorando a un progetto che ci vedrà insieme ad altre realtà promuovere i nostri vini negli Stati Uniti. Seguiamo naturalmente anche con interesse gli sviluppi del mercato cinese, potenzialmente molto interessante”.