C’è un’agricoltura a Sud che sta attraversando una profonda crisi di trasformazione: sbatacchiata dal calo dei prezzi di latte, ortofrutta, agrumi e grano duro. Messa in difficoltà dall’embargo alla Russia, dagli aiuti sull’olio alla Tunisia, ma anche dalla Xylella fastidiosa in Puglia e dalla siccità che quest’anno minaccia alcuni areali produttivi importanti in Sardegna e Calabria.
 
Eppure c’è anche un Sud agricolo che sembra aver già vinto la scommessa del proprio riscatto e che va in scena in questi giorni ed in queste ore al Vinitaly di Verona. E che è pronto a lanciare il guanto della sfida al mercato scegliendo l’arma della qualità delle proprie produzioni vitivinicole per venir fuori come un outsider inatteso, ma non tanto.
 
Oggi, dodici aprile 2016, si è svolta la conferenza stampa congiunta tra il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ed il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, a capo della prima Regione meridionale produttrice di vini che giusto ieri, l'undici aprile, ha annunciato un piano di sviluppo nel segmento dei vini spumanti.

"Grazie alle tecnologie - ha affermato Emiliano - noi riusciamo a gestire molto meglio che in passato il processo di vinificazione, nonostante il clima molto caldo, e questo sta lanciando nell’olimpo i vini pugliesi, anche perché il rapporto qualità-prezzo è tra i più competitivi. Credo che i vini pugliesi stiano facendo una sorta di conquista del mondo perché ogni anno il fatturato aumenta a due cifre e questo è un risultato straordinario”.

Emiliano poi propone un paragone: “E' un po’ come il turismo pugliese: la Puglia è diventata tra le destinazioni più richieste a livello internazionale grazie ad un modello esperienziale nel quale, anche la filiera enogastronomica e il vino, hanno un ruolo fondamentale: in Puglia non si va in vacanza per mettersi solo sotto l’ombrellone, ma per vivere 'da Pugliese' qualche settimana con un modello di vita unico e autentico che caratterizza tutto l’anno”.

La Sicilia, secondo produttore enologico del Mezzogiorno, ha deciso di rifare il brand dell’isola partendo dal proprio vino. “La Sicilia deve scrollarsi di dosso gli stereotipi del racconto negativo che si è cucita addosso: per questo motivo lanceremo il brand Sicily sweet island. Ad annunciarlo l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici nel corso del confronto con Oscar Farinetti, il fondatore della catena Eataly, su vino, bellezza e narrazione che si è tenuto l'undici aprile al padiglione della Regione Siciliana, nella seconda giornata del Vinitaly a Verona.

“Alla Sicilia del lamento e della rassegnazione va contrapposta una narrazione opposta: qui al Vinitaly, tra i produttori siciliani, non ho visto rassegnazione e lamento, ma speranza e voglia di fare: è questa la Sicilia che dobbiamo raccontare" continua Cracolici.

"Il dialetto siciliano per sua natura declina il passato anche quando si parla del presente. La Sicilia deve cambiare la ‘grammatica’ del suo racconto provando a coniugare i verbi al futuro, legando il grande patrimonio culturale del passato ad una strategia di promozione delle eccellenze che guardi avanti" conclude l’assessore regionale all’Agricoltura.
"La qualità da sola non basta, serve anche un’organizzazione della qualità ed una nuova narrazione per far conoscere il volto migliore della Sicilia in tutto il mondo”.