“Entro il 2050 la produzione agroalimentare dovrà crescere del 70% - ha esordito Spigola – A questo si associano le nuove esigenze settoriali in termini di consumi di energia (+50%), acqua (+40%) e trasporto merci (+40%). Rispetto a questo scenario, il settore agricolo nazionale presenta un elemento di criticità come la ridotta dimensione media aziendale, che non supera gli otto ettari, mentre quasi due aziende su tre presentano una dimensione economica inferiore agli 8mila euro di produzione. Le realtà più strutturate, al di sopra dei 50mila euro, rappresentano invece appena l'11%. L’organizzazione produttiva appare quindi insufficiente, ad eccezione del vitivinicolo. Le politiche di sviluppo rurale per il 2014-2020 rappresentano uno strumento importante per facilitare processi di innovazione e adeguamento strutturale delle imprese agricole”.
“Ci sono oltre 20 miliardi di dotazione per lo sviluppo rurale da qui al 2020 – ha continuato Spigola – costituti da 18,6 miliardi per l'attuazione dei Psr regionali, 200 milioni per la biodiversità animale, 300 milioni di interventi di carattere irriguo e 100 milioni per la Rete rurale nazionale. Queste politiche mostrano elementi di innovazione, quelli collegati ai processi di cooperazione tra diversi operatori del settore agricolo e della filiera alimentare. Importanti sono le azioni volte a sostenere la costituzione e gestione dei Gruppi operativi del Partenariato europo per l'innovazione. I Go sono costituiti da agricoltori, ricercatori, consulenti e imprese agroindustriali".
"Sono necessari però interventi per il rafforzamento di queste misure - ha concluso Spigola - come un fondo garanzia per l’accesso al credito delle imprese. Le evidenze sul futuro scenario di riferimento per l’agricoltura italiana hanno evidenziato come nei prossimi anni saranno sempre più indispensabili strumenti di gestione del rischio, di creazione e diffusione dell’innovazione, a supporto dei processi di cooperazione così come interventi per i processi di formazione e consulenza”.
“Dopo otto anni non possiamo ancora parlare di superamento della crisi economica – ha ammesso nella sua relazione Franco Verrascina, presidente di Copagri – se c’è un settore che si propone come soluzione questo è l’agricoltura, e se c’è un sistema che va in netta controtendenza rispetto alle conseguenze della crisi, questo è l’agroalimentare. Sono tante le cose da fare, da un alleggerimento del carico fiscale (importante l’eliminazione di Irap e Imu), mentre bisogna fare ancora tanto per l’accesso al credito, eliminando alcuni ostacoli in entrata. Va sostenuta l’internazionalizzazione, trainata dall’innovazione, oltre alla semplificazione e alla sostenibilità ambientale”.
Durante il congresso, Franco Verrascina è stato riconfermato alla guida dell'associazione. "Ringrazio l'organizzazione per la fiducia confermatami, ma soprattutto per l'impegno e la passione non comune con la quale a ogni livello e in tutto il territorio nazionale si è operato per rinnovare con la massima convizione il percorso intrapreso in Copagri. Un'organizzazione che, ribadendo la svolta del 2014, dimostra di voler consolidare, rafforza e ottimizzare una rappresentanza davvero funzionale alle esigenze ed alle aspettative dei produttori associati".