E non ci sono solo i 300mila euro già annunciati per le imprese e le associazioni che gestiscono il patrimonio confiscato alle cosche. E’ in arrivo anche una premialità sulle misure a investimento del Prs della Calabria 2014–2020 per le imprese agricole e, in futuro, anche il trasferimento dei titoli della Pac.
In Calabria, secondo i dati dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, sono ben 315 le aziende definitivamente confiscate alla 'ndrangheta, alle quali si aggiungono poi quelle sottoposte allo stesso regime fuori Regione. Di queste, molte sono aziende agricole.
Il dirigente regionale Salvino, alla presenza di Mauro D’Acri, consigliere delegato per l’Agricoltura dal presidente Mario Oliverio, ha ricordato che l’assessorato ha deciso di stanziare, a carico del bilancio regionale, per le imprese e le associazioni che gestiscono beni confiscati, 300mila euro: “La somma, anche se non ingente, costituisce un segnale importante degli intenti della Giunta regionale che vanno, palesemente e concretamente, contro la criminalità organizzata" ha detto il dirigente.
I beni in questione consistono, prevalentemente, in terreni sottratti alla ‘ndrangheta, gestiti da cooperative o imprese agricole; "Soggetti scelti dall'Agenzia nazionale per i beni confiscati che ha sede a Reggio Calabria" ha detto Salvino. Al fondo regionale di 300mila euro si potrà accedere attraverso uno sportello attivo dal prossimo ventuno marzo fino ad esaurimento della cifra.
“A questa cifra – ha detto Salvino - si unirà quanto previsto dal Psr 2014-2020, consistente in una premialità di 2 punti sulle misure a investimento, per i progetti di miglioramento fondiario presentati da chi gestisce beni confiscati. Per il futuro, inoltre, stiamo valutando come fare accedere direttamente i gestori dei beni ai fondi Pac”.
Bova, nel suo intervento, ha evidenziato la necessità che sia modificata la legge sui beni confiscati, in modo da assicurare che “Il Fondo unico per la giustizia, oggi distribuito in parti uguali in tutta Italia, venga destinato per il 50% ai territori di provenienza delle attività criminose, così da rendere la confisca un valore aggiunto per la collettività. La nuova legge, prevedendo la redistribuzione economica dei beni nei territori colpiti dalle cosche, sarebbe di grande sostegno per lo sviluppo del territorio”.
Per il consigliere D’Acri: "Se il settore dell’agricoltura è il più importante per la Calabria, deve esserci una maggiore attenzione ai terreni confiscati alla ‘ndrangheta. Per questo motivo l’istituzione di questo fondo è un chiaro segnale di questa Giunta in direzione della lotta alla criminalità organizzata”.