Succede in Sicilia, dove il Tar ha effettivamente annullato il 17 aprile 2015 un bando sulla Misura 214-Pagamenti agroambientali – Azioni 1A, 1B e 1D – del Psr Sicilia 2007-2013, emanato nel 2013.
Il bando sarebbe viziato in alcuni passi, ma l’amministrazione regionale siciliana non ricorre al Consiglio di Stato. E si limita a disapplicare la sentenza del Tar, annullando in via cautelare pagamenti effettuati per 180 milioni di euro. Intanto, nel dicembre scorso, con un’ordinanza, i magistrati hanno ribadito la "nullità degli atti" e hanno nominato come commissario per l’esecuzione della sentenza la segretaria generale di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso.
Sullo sfondo un’ingente cifra di soldi del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale che ovviamente la Regione Sicilia ad oggi non sarebbe in grado di rendicontare a Bruxelles.
Ma il direttore generale dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia, Rosa Barresi, punta il dito contro l'Avvocatura dello Stato che non ha appellato la sentenza del Tar: "Non capisco perché non l'abbia fatto nonostante una mia esplicita richiesta - dice - comunque adesso proveremo a impugnare la decisione del Tar che successivamente ha emesso un’ordinanza che riapre i termini del procedimento".
Antonello Cracolici, assessore all’Agricoltura della regione Siciliana assicura: "Ricorreremo a questa sentenza anche se sarà difficile".
“Sulla vicenda del biologico è inevitabile interrogarsi sull’efficacia della tempestività dell’amministrazione regionale e su quanto l’incertezza politica pesi sulla realtà delle imprese – dichiara Rosa Giovanna Castagna presidente della Cia regionale Sicilia.“È evidente che non si può chiedere agli agricoltori di restituire somme legittimamente ricevute e già investite, non ne sono responsabili né direttamente né indirettamente (così come legittimo è il ricorso al Tar degli esclusi) – continua Castagna – sarà semmai qualcun altro a dover trovare il modo di risolvere la questione, ribadendo la necessità di non trovare soluzioni peggiori del danno: le aziende incluse nella graduatoria del vecchio bando non hanno avuto possibilità di accedere al nuovo, quindi l’eventuale conferma dell’annullamento inficia di fatto il nuovo bando”.
“Ben diverso è invece l’aspetto che ha generato questa vicenda: su questo punto – conclude Castagna – pretendiamo maggiore attenzione nella stesura dei prossimi bandi e massimo coinvolgimento delle organizzazioni di categoria prima dell’emanazione degli stessi”.