Intanto il Mipaaf tarda a dichiarare lo stato di calamità, mentre ieri, il Comitato per le politiche agricole e lo sviluppo rurale della Commissione europea ha di fatto respinto la richiesta del ministero per le Politiche agricole dell’Italia di azionare la clausola contenuta nell'articolo 38 paragrafo 4 (b) del Regolamento (Eu) 1306-2013: la forza maggiore per il rinvio della rendicontazione del Psr almeno per il territorio dei 61 comuni colpiti. Il Comitato, di contro, ha accordato l’ordinaria procedura di trascinamento dei vecchi progetti sul nuovo Psr Campania 2014-2020, in corso di adozione.
Pochi minuti fa la Confederazione italiana agricoltori della Campania, che in provincia di Benevento è l’organizzazione agricola più rappresentativa e radicata sul territorio, ha diramato una nota alla stampa, dove rende pubblici i passaggi di una lunga lettera inviata al Mipaaf dalla Cia e dalle altre organizzazioni agricole della Campania, nella quale si denuncia lo stato di confusione sul da farsi da parte degli organi di governo - nazionali e regionali - ad un mese dagli eventi che hanno provocato un disastro da un miliardo e 85 milioni di euro in territorio di Benevento. E stigmatizza il modo in cui si è arrivati al Comitato di ieri.
“Gli agricoltori campani sono preoccupati dalla confusione che è stata generata sulla chiusura dei programmi comunitari in Campania e dalle mancate azioni annunciate per il Sannio sul fronte europeo e nazionale – è scritto nella nota della Cia, dove si legge - la Commissione europea, infatti, nella discussione di ieri, non ha affrontato minimamente il tema dell’eccezionalità dell’evento calamitoso nel Sannio e tanto meno qualsiasi forma di utilizzo dei fondi della programmazione 2007-2013 oltre il 31 dicembre 2015 attraverso sospensive, deroghe, proroghe o congelamenti. L’azione annunciata in Regione Campania, dal settore Agricoltura, e dal ministero, non ha trovato riscontro”.
“Scenderemo in piazza - annuncia il vicepresidente nazionale della Cia, Alessandro Mastrocinque, e presidente della Cia Campania - in queste condizioni le aziende agricole possono solo chiudere. Gli agricoltori chiedono fatti ed auspichiamo che la Regione Campania ci possa essere vicina, considerata la sensibilità sul tema del presidente De Luca”.
“Adesso basta con la disinformazione, le false illusioni per un territorio ferito e martoriato dal maltempo. E’ il momento di fare chiarezza e agevolare un territorio che solo con i propri mezzi si sta risollevando - afferma Mario Grasso, direttore della Cia Campania.
Le azioni da mettere in campo per evitare di danneggiare i beneficiari del Psr 2007-2013, e non solo quelli di Benevento, ma di tutta la regione, per Cia sono due.
“Innanzitutto dare la possibilità ai beneficiari del Psr di chiudere i pagamenti entro il 15 dicembre, dimostrando la chiusura dei progetti, quindi degli investimenti, entro il 20 novembre – spiega Grasso, che aggiunge - inoltre, per i beneficiari che non riescono a chiudere in questi tempi, prevedere, già adesso, l’utilizzo dei fondi della programmazione 2014-2020, come già assentito dalla Commissione”.
Per la Cia inoltre, il Mipaaf deve riconoscere nel più breve tempo possibile lo stato di calamità naturale in base alla Legge 102-92 e conseguentemente attivare immediatamente gli strumenti previsti che non prevedono aiuti dal fondo di solidarietà: il blocco del versamento dei contributi Inps per le imprese per due anni, il congelamento delle cartelle di Equitalia per due anni. Mentre nel frattempo è opportuno appostare nuove risorse per il Fondo di solidarietà e riconoscere gli aiuti alle imprese che hanno ricevuto danni ai beni strumentali dell’azienda e alle coltivazioni non assicurabili.
“Al danno rischia di aggiungersi la beffa”, afferma Raffaele Amore, presidente di Cia Benevento. “Non solo imprese agricole ma anche industrie e Comuni della provincia di Benevento sono beneficiari dei Fondi comunitari per lo Sviluppo rurale. Dopo l’alluvione la priorità è stata ristabilire le condizioni minime di vivibilità per i cittadini. Fare chiarezza e trovare soluzioni efficaci e veloci sugli investimenti finanziati dall’Unione europea – che poi sono proposte condivise sia dalla Regione Campania, sia dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali - è una semplice questione di buon senso”.