Un'alluvione tremenda, una miriade di frane scatenate e il Consiglio dei ministri del 6 novembre che approva la dichiarazione di stato di emergenza nazionale.

Il provvedimento del Governo riguarda però solo la richiesta della Regione Campania di dichiarazione di stato di emergenza, formulata a seguito degli eventi atmosferici e alluvionali eccezionali che il 14 e 15 ottobre hanno colpito il territorio regionale e - in particolare - 61 comuni in provincia di Benevento.

In tale territorio la Protezione civile della Campania e i Comuni aveva conteggiato complessivamente danni per un miliardo e 85 milioni di euro, 120 dei quali inerenti danni diretti alle imprese agricole. In questo modo diventa attingibile per il ristoro dei danni l’articolo 26 della approvanda legge di stabilità. Nel frattempo per opere di somma urgenza sono stati stanziati 38 milioni di euro.
 
Restano ancora in attesa, almeno per ora, le analoghe richieste formulate dalle Regioni Puglia e Calabria, nelle quali ci si attende di poter utilizzare lo stesso strumento per risollevare le sorti delle aziende agricole colpite, con danni ingentissimi, specie nelle province di Foggia, Siracusa e Agrigento.
 
Sulla deliberazione di stato di emergenza in favore delle aree colpite dall’alluvione in Campania si registra una nota della Coldiretti regionale.
"Un segnale importante - dichiara Gennaro Masiello, presidente regionale e vice presidente nazionale di Coldiretti - che offre una risposta operativa ad una provincia colpita duramente dagli eventi eccezionali di metà ottobre. Un plauso va sicuramente ai ministri Maurizio Martina, Gian Luca Galletti e Angelino Alfano che hanno preso un impegno a Benevento e al sottosegretario Umberto Del Basso De Caro. Ma ricordiamo al Governo e alla Regione Campania che occorre far presto in egual modo per risollevare le imprese di tutti i comparti. Le aziende agricole, ma non solo, devono essere messe in condizione di riprendere rapidamente”.
 
Masiello ancora sottolinea: “Continuiamo a chiedere un intervento immediato per il ripristino delle attività produttive e una programmazione di lungo periodo per risollevare l'economia di un territorio. Individuando e utilizzando bene le risorse del Governo e la programmazione della Regione potremo mettere in campo un piano di rinascita che corregga gli errori del passato. Bisogna stare molto attenti a rimettere in sesto il territorio correggendo impostazioni sbagliate, ad esempio trasformando i fiumi in risorse e non in minacce”.
 
“Solo così - conclude Masiello - si potranno massimizzare gli investimenti e trasformare una tragedia in un'opportunità. Ribadiamo la nostra proposta di aprire uno specifico tavolo di lavoro, dove costruire una visione di sistema sul dopo alluvione. Coldiretti è pronta a fare la sua parte".