“La furia violenta dell’acqua, ha fatto crollare molti gradoni trascinando con sè le coltivazioni presenti. Fabbricati rurali, ricoveri attrezzi, macchine agricole e ricoveri animali sono stati invasi dal fango e dalla furia delle acque. Si è avuto la perdita di fieno, paglia e cereali in genere conservati nei magazzini allagati dalle acque, perdita dei concimi e derrate alimentari, macchine e macchinari agricoli e relativi attrezzi”.
 
Inizia con queste parole una delle due relazioni del Dipartimenti Agricoltura, settore di Cosenza, che accompagneranno la richiesta di declaratorio di stato di calamità naturale della Regione Calabria, dove gli eventi meteo eccezionali e l'alluvione dell’11 e 12 agosto hanno provocato danni a colture, strutture aziendali e interaziendali ed opere di bonifica per oltre 100 milioni di euro.
 
Un vero disastro se si tiene conto dell’area interessata, sette comuni: Corigliano Calabro, Crosia, Cropalati, Rossano Calabro, San Cosmo Albanese, San Giorgio Albanese e Vaccarizzo Albanese.
Le contrade maggiormente colpite da danni alle strutture aziendali ed alle scorte sono state quelle a ridosso di fiumi e torrenti: il Leccalardo, il Malfrancato, il Gennarito, il Viscigliette ed il  Mortilla, solo per citare i più importanti.
 
Alle colture il maggiore danno ha riguardato gli agrumeti, uliveti, vigneti, colture ortive e cerealicole e i vivai, compromettendo la produzione dell’annata in corso.

I danni, sia alle colture che alle strutture aziendali hanno superato il 30% del valore sulla produzione lorda vendibile ordinaria del territorio delimitato, per cui la Regione Calabria procederà alla richiesta di dichiarazione di stato di calamità naturale per evento meteo eccezionale, anche se i danni alle produzioni ed alle strutture aziendali rientrano nel Piano assicurativo nazionale 2015 e sono pertanto assicurabili.
 
Su tanto, la relazione che contiene la conta dei danni si appella alla deroga prevista per le colture assicurabili e non assicurate dal comma 1 dell’articolo 5 del Decreto legge del 5 maggio 2015 n. 51, convertito in legge 2 luglio 2015, n. 91, in modo da ottenere ugualmente le provvidenze del Fondo di solidarietà nazionale.
 
Dagli accertamenti e stime effettuate sul territorio sono stati constati danni alle produzioni agricole per  45,9 milioni di euro, con incidenza del 37,82% sulla Plv del territorio colpito. I danni alle strutture aziendali ammontano invece a poco più di 47 milioni (incidenza del 38,72% sulla Plv), mentre i danni alle strutture interaziendali ammontano a 6,6 milioni di euro. Infine si contano anche quasi 600mila euro di danni alle opere di bonifica.