Si teme invece un effetto “sboom” per le carni bovine, in lieve ripresa in quest’ultima settimana, ma solo per un contingente miglioramento delle contrattazioni. E’ quanto emerge dall’Overview Ismea sui mercati agroalimentari che in relazione agli allevamenti bovini segnala, come elemento di preoccupazione, un ulteriore rincaro dei vitelli da ristallo che, seppure venduti a prezzi inferiori alla scorsa annata, mantengono un trend chiaramente rialzista.
Nessuna novità sul versante dei prezzi per i lattiero-caseari, che manterranno prevedibilmente un andamento stazionario anche questa settimana. Per quanto riguarda la quotazione del latte alla stalla a livello nazionale, rilevata da Ismea nel mese di febbraio, si è riscontrata un’ulteriore correzione al ribasso dello 0,3% mensile (-14% su base annua). Va tuttavia evidenziato un contestuale leggero miglioramento della redditività degli allevamenti di bovini da latte, come segnalato dall’indicatore “milk/feed” elaborato dallo stesso Istituto: sempre a febbraio, grazie a un calo considerevole dei prezzi delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame (in particolare mais e farina di soia), l’indice si è portato a 1,58, risultando quindi superiore rispetto al livello di 1,50, spartiacque tra situazioni di inefficienza ed efficienza economica.
Avicoli ancora in buona evidenza, ma con possibili stabilizzazioni dei prezzi nelle settimane a venire, soprattutto per le carni. Si prevedono anche lievi correzioni al ribasso sui listini delle uova.
Relativamente al bestiame suino, la situazione appare in sostanziale equilibrio, ma i prezzi, compresi quelli dei tagli freschi, restano ben al di sotto dei livelli di un anno fa (suini 156-176 kg -7%; lombo intero -10,8%). Le richieste di aiuti Ue all’ammasso privato vedono al momento tra i paesi più attivi Spagna, Danimarca, Polonia e Germania. L’Italia ha finora partecipato con una quota del 6% rispetto ai quantitativi complessivamente richiesti dai Paesi membri.
Sul mercato dei vini, ancora uno “strappo” dei prezzi per i rossi di maggior pregio, con il Brunello annata 2010 che alla produzione potrebbe spingersi fino a 1.000 euro/ettolitro, grazie all’ottima qualità e al forte traino della domanda. Corrono anche le quotazioni del vino Nobile di Montepulciano scambiato a 400 euro l’ettolitro. In generale il segmento dei rossi sembra mostrare, anche sul circuito dei comuni, un andamento complessivamente favorevole.
Resta invece piuttosto debole il quadro congiunturale degli oli di oliva, con possibili lievi correzioni al ribasso anche questa settimana per vergini e lampanti, sia sul fronte interno che sui mercati esteri.
Per quanto concerne i prodotti ortofrutticoli, prosegue con buon dinamismo l’attività di esportazione delle mele, soprattutto in Germania e nell’Est europeo. Il mercato mantiene invece un tono piuttosto dimesso in ambito nazionale, in un contesto condizionato da un’offerta ancora rilevante e da stock che in Trentino Alto Adige risultano superiori del 14% a quelli dell’anno scorso. Piuttosto complessa questa fase della commercializzazione per le Granny Smith, di cui la Russia è un importante compratore. L’embargo di Mosca sta avendo in questo caso un impatto particolarmente evidente, lasciando un pesante vuoto di domanda difficile da colmare.
Per le pere, scambi e listini mantengono un andamento regolare, ma sul mercato potrebbero a breve interferire i crescenti afflussi di merce provenienti dai paesi dell’Emisfero australe.
In relazione alle fragole, i prezzi, in fisiologica riduzione su tutte le piazze nazionali, anche per una maggiore pressione del prodotto spagnolo, restano su livelli decisamente interessanti, mostrando un divario positivo del 23% in media su base annua. Dopo un esordio positivo, per le arance tardive (varietà Ovale e Valencia Late) la concorrenza spagnola potrebbe riposizionare verso il basso il livello dei prezzi, anche se l’offerta nazionale resta piuttosto limitata a causa del maltempo di questi ultimi giorni che ha costretto gli operatori a effettuare diffuse selezioni in campo.
Tra gli ortaggi si segnala una positiva evoluzione dei prezzi di patate novelle e carote, che potrebbe preludere a un andamento migliore anche questa settimana. Al contrario hanno ceduto posizioni i listini di asparagi e carciofi, a causa del rialzo termico che ha favorito le maturazioni e di conseguenza i volumi immessi sui mercati. Per i carciofi, in particolare, si registrano anche alcuni problemi di tenuta sul piano qualitativo. Mercati deboli anche per melanzane e zucchine in serra, a causa delle forti pressioni alla vendita dalla Spagna, mentre i peperoni mostrano un andamento complessivamente migliore, con l’offerta spagnola assorbita dalla forte richiesta dei paesi dell’Est Europa.
Infine, sui mercati dei cereali, dopo un ciclo positivo, emerge una prima inversione di tendenza dei prezzi di risi greggi e lavorati, in particolare per le varietà destinate al mercato interno, con cedimenti sui listini di Arborio e Carnaroli. Stabili, anche nella proiezione di questa settimana, le quotazioni del frumento, sia duro che tenero, mentre mantengono un trend positivo i prezzi del granoturco, in un mercato invece orientato al ribasso per i semi di soia e le farine di estrazione.
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Fonte: Ismea