A seguito dei nuovi risultati sono stati definiti i terreni che possono essere destinati alle produzioni agroalimentari, i terreni che possono essere destinati solo a determinate produzioni agroalimentari, i terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse in considerazione delle capacità fitodepurative e i terreni che non possono essere utilizzati per la produzione agroalimentare o silvopastorale.
Complessivamente per i siti con livello di rischio presunto 5 e 4, su un totale di 42,95 ettari di superficie agricola classificata, risultano nella classe A (terreni idonei alle produzioni agroalimentari) 15,53 ettari pari al 36,1%. Rientrano, invece, nella Classe D (terreni con divieto di produzioni agroalimentari) 15,78 ettari pari al 36,7%. I rimanenti 11,6 ettari, pari al 27% rientrano nella classe B (terreni con limitazione a determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni).
E’ inoltre è vietata l’immissione sul mercato dei prodotti delle singole colture per i terreni in classi di rischio 3,4 e 5 degli ulteriori 31 Comuni che saranno oggetto d’indagine. Al momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale saranno allegate le particelle relative ai terreni in questione e le informazioni sulle indagini dirette svolte saranno pubblicate in Rete così come avvenuto con la relazione 10/3/2014.
Questo decreto fa seguito al lavoro iniziato con il Dl 10 dicembre 2013 n°136, convertito con modificazioni con legge 6 febbraio 2014, n. 6 “Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire lo sviluppo delle aree interessate”. In attuazione a quanto disciplinato dall’articolo 1 del Dl 136/2013, il 23 dicembre 2013, è stata emanata la Direttiva dei ministri delle Politiche agricole alimentari e forestali, dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, della Salute, d’intesa con il presidente della Regione Campania. La Direttiva ha dettato gli indirizzi comuni e le priorità per lo svolgimento delle attività e individuato, sulla base delle indicazioni regionali, i territori da sottoporre prioritariamente ad indagine ricadenti in 57 Comuni delle province di Napoli e Caserta.
Con il D.I. 11 marzo 2014 “Indicazione dei terreni della regione Campania da sottoporre ad indagini dirette, ai sensi dell'articolo 1, comma 6, del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6, nonché interdizione dalla commercializzazione di prodotti agricoli”, è stato pubblicato l’elenco dei siti, (circa 2500), individuati dalle relative coordinate geografiche, da sottoporre ad indagini dirette e le priorità per la loro effettuazione in base alla classe di rischio individuata dal Gruppo di Lavoro). Sono state disposte immediatamente le indagini dirette sui 51 siti rientranti nelle classi di rischio più elevate e a seguire sugli altri.
In particolare con il seguente ordine di priorità:
a) terreni classificati nel livello di rischio 5 (elevatissimo), indicati nell'Allegato A al decreto;
b) terreni classificati nel livello di rischio 4 (molto elevato), indicati nell'Allegato B al decreto;
c) terreni classificati nel livello di rischio 3 (alto), indicati nell'Allegato C al decreto;
d) terreni classificati nel livello di rischio 2 (2a e 2b) (medio), indicati nell'Allegato D al decreto.
Nelle more dell’esecuzione delle indagini dirette, nel rispetto del principio di precauzione di cui all’articolo 7 del regolamento (Ce) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, era già stata comunque vietata l’immissione sul mercato dei prodotti agricoli (classi 3 4 5) a meno di certificazione delle autorità competenti per la ricerca di contaminanti per i quali esistono limiti di legge (Asl).
E’ stata poi emanata la Direttiva ministeriale 16 aprile 2014, con la quale è stato disposto che il Gruppo di Lavoro (GdL), costituito ai sensi della Direttiva del 23 dicembre 2013, ampliasse la sua attività svolgendo indagini anche sui terreni di ulteriori 31 Comuni delle province di Napoli e Caserta.
Da ultimo, con Direttiva ministeriale del 16 giugno 2014, il coordinamento delle attività del Gdl è passato da Agea al capo del Corpo forestale dello Stato, che ha la possibilità di coordinare le operazioni in loco.
Il Gruppo di lavoro ha ritenuto inoltre necessarie analisi più approfondite e ha prioritariamente messo a punto un modello scientifico di riferimento, per la prima volta mettendo insieme tutti i soggetti afferenti ad ambito Salute, Ambiente e Agricoltura, con l’obiettivo di pervenire all’individuazione di criteri per la valutazione dei terreni agricoli, finalizzati ad assicurare la salubrità e la qualità delle produzioni agroalimentari a tutela della salute umana.
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Fonte: Mipaaf - Ministero delle politiche agricole alimentari forestali