Uniformare le attività professionali negli Stati membri con l’obiettivo di arrivare al mercato unico dei servizi professionali per il governo del territorio rurale, dei paesaggi e della sicurezza alimentare. E’ quanto chiedono gli agronomi europei riuniti a Bruxelles in occasione della XI Conference Cedia, evento collaterale del semestre italiano di presidenza dell’Unione europea.
Nove associazioni professionali in altrettanti Paesi europei – Italia (21.500), Germania (4.000), Irlanda del Nord (200), Grecia (34759), Francia (6.500), Svizzera (1.924), Danimarca (5.500), Spagna (10.500), Irlanda (1.200) - per un totale di 86mila professionisti gli agronomi costituiscono una vera e propria risorsa per l’Unione europea.

"Nel processo di allineamento legislativo e di riorganizzazione della macchina burocratica in Europa occorre procedere con più coraggio – ha detto il presidente Conaf Andrea Sisti - non si può continuare a lasciare aperti più binari normativi, più livelli autorizzativi dimenticando alla fine il progetto o la realizzazione dell’idea. L’Europa deve saper valorizzare la progettualità nella grande ricchezza della biodiversità agroalimentare e paesaggistica anche attraverso la valorizzazione di grandi professionalità che in questi campi si distinguono e sono dei punti di riferimento. Quello che chiediamo alla comunità scientifica e professionale – ha concluso Sisti - è di riorganizzare e consolidare un modello di sviluppo europeo che valorizzi le peculiarità professionali, un modello che non penalizzi la nostra grande variabilità ma anzi la rafforzi".

I regolamenti comunitari per l’applicazione della nuova Pac 2014-2020 riconoscono il ruolo fondamentale della consulenza per le aziende agricole, soprattutto nella progettazione degli interventi strutturali per migliorare e favorire lo sviluppo nelle zone rurali. Diventa, quindi, necessario codificare e uniformare le attività professionali negli stati membri affinché l’agronomo sia punto di riferimento per il governo del territorio rurale, dei paesaggi e della sicurezza alimentare in ambito europeo e nei rispettivi ambiti nazionali. Nell’ottica di una reale ed effettiva unificazione degli Stati dell’Unione occorre garantire, inoltre, la libertà di esercizio della professione di agronomo. Per questo l’agevolazione della mobilità professionale garantirebbe, oltre alla maggiore crescita professionale e culturale del professionista, lo scambio di migliori pratiche con evidenti benefici per il Paese ospitante.