Segrè è anche promotore della campagna europea di sensibilizzazione “Un anno contro lo spreco” e presidente del Comitato nazionale tecnico-scientifico di Prevenzione dei rifiuti, insediato dal ministero dell’Ambiente per arrivare alla definizione di un Piano nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare.
L’autore presenterà il volume, edito Rosenberg & Sellier, in dialogo con il direttore di Radio Rai Nicola Sinisi e con il presidente Alleanza Cooperative italiane Mauro Lusetti.
In una società in cui la crisi sta sfidando le abitudini di consumo appare sempre più necessario cambiare orizzonte. In questa direzione si colloca la proposta di Andrea Segrè, che trasforma il negativo in positivo, individuando nella lotta allo spreco l’opportunità di una inversione di rotta, prima che le profonde e crescenti disuguaglianze diventino dirompenti. La sua rivoluzione culturale è semplice: si parte dalla parola spreco e la si divide in due parti: lo SPR è la parte negativa, l’ECO quella positiva. Il nuovo obiettivo? ridurre gli eccessi per far crescere l’ECO, dalla casa piccola (eco-nomia) alla casa grande (eco-logia). Sino ad azzerare lo spreco: questo nuovo paradigma ci permetterà di durare nel tempo rigenerandoci: sostenibilità e rinnovabilità.
Lo spreco complessivo di cibo, dai campi alla filiera al bidone della spazzatura domestico, vale complessivamente 8,1 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,5 euro settimanali a famiglia per 630 grammi circa di cibo.
Un cittadino su tre, in Emilia Romagna, ha ridotto drasticamente lo spreco alimentare domestico: il 38% degli intervistati per il Rapporto 2014 Waste Watcher – promosso da Last Minute Market con Swg - ha diminuito, negli ultimi due anni, la quantità di cibo acquistato ma non consumato. Ed è altissima, pari all’88%, la percentuale di intervistati che mette in relazione il problema dello spreco alimentare alla questione ‘globale’, considerandolo un “problema per il pianeta”.
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Fonte: Last Minute Market