Nel 2013 il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell'1,8%. Rispetto al trimestre precendente, gli investimenti fissi lordi sono aumentati dello 0,9%, mentre i consumi finali nazionali sono rimasti invariati. Le importazioni sono aumentate dello 0,2% e le esportazioni dell'1,2%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 0,1 punti percentuali alla crescita del Pil: è stato nullo il contributo dei consumi delle famiglie e della spesa della pubblica amministrazione, mentre quello degli investimenti fissi lordi è stato positivo per 0,1 punti. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente (-0,4 punti percentuali), mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto positivo per 0,3 punti percentuali. Il valore aggiunto ha segnato una variazione congiunturale positiva nell'agricoltura (0,8%) e nell'industria in senso stretto (0,1%), nulla nei servizi e negativa (-0,7%) nelle costruzioni. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i comparti ad eccezione dell'agricoltura.
Coldiretti, analizzando i dati, evidenzia che il valore aggiunto dell’agricoltura riprende a salire dopo due anni consecutivi in calo, anche se rimane su valori più bassi da almeno un decennio. "Il valore aggiunto dell’agricoltura a prezzi base con valori concatenati nel 2013 è stato - sottolinea l'organizzazione - di 26,98 miliardi di euro ed è stato fortemente condizionato dall’andamento climatico avverso che ha provocato gravi danni al settore".
"Non si può più eludere il contributo che l'agricoltura può garantire per superare la crisi e avviare la crescita". E' questo il commento di Copagri in merito ai dati e aggiunge: "Il settore deve entrare a pieno titolo nell'agenda economica del Governo; si auspicano quindi misure concrete in grado di assecondare i segnali che arrivano dalle aziende agricole italiane. Su base annua il valore aggiunto è cresciuto solo in agricoltura (+1,8%), mentre negli altri comparti emergono solo segni negativi. I positivi risultati del settore primario acquistano un valore ancora più significativo se si considerano il calo dei consumi interni, l'aumento dei costi produttivi, gli oneri burocratici, l'insostenibilità della pressione fiscale e le conseguenze del maltempo. Nonostante ciò l'agricoltura mostra vitalità, produttività e grandi potenzialità".
Sollecitazioni al Governo a guardare con maggiore attenzione ai problemi degli agricoltori italiani arrivano anche dalla Cia che sottolinea come "in una fase di crisi nera per i consumi alimentari (-3,1% nel 2013), il sistema agroalimentare ha dimostrato di essere un volano per la ripresa del Paese, trainando l’export made in Italy, con un +6% lo scorso anno, per un valore di oltre 34 miliardi di euro. In più ha aperto nuovi sbocchi d’impresa soprattutto per i giovani".
Confagricoltura osserva: “Ha ragione il ministro Martina sulle potenzialità del settore e sul fatto che bisogna insistere con provvedimenti a sostegno del comparto; non va dimenticato che, rispetto al 2005, il settore primario ha perduto valore aggiunto per 1,9 miliardi, con una flessione del 6,3%. Se proseguirà questa tendenza sarà ben difficile recuperare il gap di redditività in termini di valore aggiunto registrato sinora”.
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Fonte: Agronotizie