E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti, sulla base dei dati Ucea, che lancia l’allarme per i terreni saturi di acqua con tutti i fiumi in piena e allagamenti, frane ed alluvioni nelle campagne in una Regione dove il 98% dei comuni ha parte del territorio a rischio idrogeologico. L’abbandono delle aree marginali unito alla cementificazione diffusa degli ultimi anni hanno provocando il progressivo impoverimento delle superficie agricole.
Secondo Coldiretti sulla base di un’analisi dei dati Istat dal 1990 ad oggi sono spariti 420mila ettari di superficie agricola nella Regione (-25%) con la presenza degli agricoltori che si è praticamente dimezzata nelle aree marginali (montane ecollinari). Il 36% dei terreni agricoli (128mila ettari), oggi non più curati e “coltivati” dal lavoro quotidiano degli agricoltori si trova in montagna, il 22% in collina (264mila ettari).
"E’ un chiaro segnale – sottolinea Coldiretti – di quanto sia importante la presenza dell’agricoltura nelle aree così dette svantaggiate dove la manutenzione unita alla presenza fisica degli agricoltori è un elemento imprescindibile di prevenzione e di difesa del territorio. Sono oltre 20mila le imprese che hanno lasciato la montagna dagli anni '90, per mancanza di un’opportunità economica che nel tempo è venuta meno e per un ricambio generazionale che fortunatamente, in questi ultimi anni, sembra invece dare segnali di inversione positiva".
"Con i cambiamenti climatici – conclude Coldiretti – è sempre più urgente investire nella prevenzione per una Regione con migliaia di cittadini che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio, soprattutto se si pensa che fra il 2001 ed il 2010 la Toscana ha speso in emergenza dell’ambiente quasi un miliardo di euro".
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Fonte: Coldiretti