Piogge torrenziali, frane, smottamenti, esondazioni, allagamenti delle campagne, blocco della circolazione sulle strade provinciali e poderali, traffico in tilt, aziende isolate.

E' questa la prima analisi di Confagricoltura Lazio sui danni causati dall'ondata di maltempo che ha colpito il Centro Nord: una situazione drammatica nelle campagne, anche se è presto per quantificare i danni, perché l’allerta maltempo prosegue ed è praticamente impossibile entrare nei campi.

Oltre ai danni diretti, che riguardano soprattutto le colture, i fabbricati, le attrezzature, i macchinari, le stalle ed i silos, le scorte di foraggio e i mangimi, i produttori sono preoccupati per l'eccesso di acqua che comporta condizioni di asfissia nei terreni e ammuffimento delle radici delle piante.

Campagne allo stremo anche nel resto della Penisola
"Dalla Lombardia al Veneto, passando per Lazio e Toscana e giù fino alla Sicilia, migliaia di ettari di terreno seminati a cereali e orticoli invernali sono sommersi o ridotti a un cumulo di fango, ci sono vigneti allagati e macchine agricole, serre e capannoni invasi dall’acqua con il rischio di risultare inutilizzabili".

Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori, spiegando che in queste ore cresce soprattutto il pericolo “isolamento” per le aziende situate nelle aree più interne, dove le strade secondarie e rurali sono difficilmente praticabili per colpa di frane e smottamenti.
Per la Cia ora bisogna verificare al più presto le condizioni per avviare le procedure relative alla dichiarazione dello stato di calamità nelle zone colpite, tanto più che - secondo le prime stime della Confederazione - i danni alle campagne ammonterebbero già a decine di milioni di euro.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha chiesto lo stato di calamità naturale.

"Contestualmente, però, è necessario agire al più presto sul problema del dissesto del territorio, visto che il rischio idrogeologico in Italia coinvolge il 10 per cento circa della superficie nazionale e riguarda 6.633 Comuni - ricorda la Cia - Vuol dire che oggi quasi un cittadino su dieci si trova in aree esposte al pericolo di alluvioni e valanghe. Ecco perché sono più che mai necessarie adeguate politiche di prevenzione del territorio, a cui affiancare una puntuale azione di vigilanza e di controllo delle situazioni a rischio".