Il termine bioresistenze vuole descrivere una pluralità di azioni che ruotano attorno ad un “sano” rapporto con il territorio dimostrando che l’agricoltura non è solo azione economica-finanziaria ma, anche, pratica di resistenza alle forme di illegalità, resistenza all’uniformazione (che è appiattimento e non uguaglianza) sia culturale che alimentare, resistenza alla violenza con cui vengono trattate e gestite le risorse naturali, resistenza alla scomparsa di biodiversità.
Articoli di: Valerio Onida, Giovanni Serra, Giuseppe Politi, Massimo Montanari, Alessandra Guigoni, Marcello Buiatti, Nadia Marchettini, Roberta Carlini, Luca Martinelli, Daniele De Michele (DonPasta), Luigi Ciotti.
Dalla postfazione di Luigi Ciotti:
La terra insegna la costanza, perché richiede cure quotidiane. La scrupolosità, perché non sopporta il lavoro sciatto e superficiale. La fiducia, perché non sempre il raccolto corrisponde alle aspettative. La collaborazione, perché richiede molte mani e molte braccia. E soprattutto insegna l’umiltà (parola che deriva appunto da humus, terra) e la condivisione, perché è bene comune per eccellenza, quindi è giusto, oltre che conveniente, che i suoi frutti vadano in misura sufficienti a tutti. Parole che costituiscono un’etica della terra, e che il progetto Bioresistenze non solo pronuncia ma, meritoriamente, mette in pratica.
Titolo: Bioresistenze - cittadini per il territorio: l'agricoltura responsabile
Editore: Esedra Editrice
Pagine: pp. 216
Prezzo: Euro 23,00
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Fonte: Esedra Editrice