Vinitaly International, la piattaforma globale creata da Veronafiere per promuovere le eccellenze vitivinicole italiane nel mondo, diventa ancora più completa grazie alla nascita di due nuovi servizi: Vinitaly International Academy e Vinitaly International Importer Connect. Il rigore scientifico del primo e la flessibilità del progetto di matching del secondo arricchiscono il ventaglio di strumenti messo a punto da Vinitaly International per i produttori italiani che affrontano la sfida dei mercati esteri, con il duplice obiettivo di colmare i gap culturali e logistici che condizionano l’affermazione oltreconfine e massimizzare le opportunità di incontro tra domanda e offerta.

Il palcoscenico scelto per la presentazione dei nuovi strumenti dedicati agli operatori del settore è New York, dove il prossimo 3 febbraio si svolgerà Vinitaly Usa, la cui tradizionale sessione pomeridiana di walkaround tasting vedrà coinvolte oltre 110 cantine italiane affiancate da importatori locali. La metropoli statunitense è stata scelta come banco di prova per testare l’efficacia di entrambe le iniziative su un mercato già maturo e ben strutturato come quello americano che, oltre ad essere uno dei principali importatori mondiali di vino (fonte: dati Uiv  www.winebynumbers.it) – al primo posto nella graduatoria mondiale per i vini frizzanti, con 30.457 migliaia di litri acquistati nel 2013 e al secondo per i vini in bottiglia, con 361.759 migliaia di litri acquistati nel 2013 – si conferma tra i maggiori estimatori della produzione vitivinicola italiana. Negli Usa l’Italia detiene il primato di Paese esportatore sia in termini di volumi (è italiano il 25,2% del vino importato negli Usa) che di valore (31,6%).

L’evento di New York aprirà con una tavola rotonda nel corso della quale verranno presentati i risultati della prima fase “pilota” di Vinitaly International Importer Connect, il progetto di matching business to business che ambisce a favorire l’incontro tra importatori e distributori di vino su scala internazionale. Al centro del dibattito, le performance di cinque etichette italiane che nelle ultime settimane sono state messe in contatto, con il supporto della piattaforma BeverageTradeNetwork.com, con un database di 15.000 operatori statunitensi. “Vinitaly International Importer Connect è una nuova estensione della nostra visione del business fieristico come alleato per l’affermazione delle aziende produttrici sui mercati stranieri ad alto potenziale. Il progetto nasce con l’intento di aiutare gli espositori ad ottenere il massimo dalla loro partecipazione agli eventi di Vinitaly in Italia e nel mondo, selezionando in anticipo i contatti potenzialmente più interessanti: l’attività di screening aumenta notevolmente le possibilità che un incontro organizzato nel Padiglione oppure a una delle nostre Masterclass si traduca nell’avvio di una partnership con un nuovo importatore, o nell’acquisizione di un nuovo cliente in un’area strategica”. – ha dichiarato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

Fa leva invece sul tema culturale Vinitaly International Academy, il progetto educativo di Veronafiere finalizzato ad aumentare la conoscenza dei vini italiani tra gli operatori internazionali del settore. Ad aprire ufficialmente le attività didattiche nella sua patria d’adozione sarà il direttore scientifico Ian D’Agata, protagonista di tre Masterclass pensate appositamente per il competente pubblico americano. Giornalista e critico enogastronomico, D’Agata guiderà il progetto coniugando rigore scientifico, passione e una visione cosmopolita. Le attività formative coinvolgeranno ristretti gruppi selezionati di operatori locali, con percorsi didattici articolati su tre diversi livelli: un programma “base” di introduzione al complesso mercato enologico italiano e due programmi, “avanzato” e “focus”, dedicati all’approfondimento di viti ed etichette di singole regioni d’Italia. Il programma delle lezioni prevede un’alternanza di Lectures accademiche e Masterclass di degustazione, i cui contenuti verranno personalizzati per rispondere alle esigenze di ciascun mercato in cui verrà esportata l’Accademia.