Saranno a breve emanate ulteriori prescrizioni (in particolare sull'etichettatura) a livello nazionale.
Il nuovo regolamento non comporta particolari sconvolgimenti del quadro nornativo pre-esistente, che sostanzialmente razionalizza e aggiorna il regolamento CEE n.2092/91, vecchio ormai di 18 anni, era stato adottato quando in Italia si contavanopoco più di 4.000 aziende biologiche, rispetto alle oltre 50.000 attuali, e la continua evoluzione del settore aveva costretto a decine di integrazioni al testo base che rendevano complesso il quadro generale, ora semplificato da un testo unico).
Le novità più significative riguardano:
- gli organismi di controllo (per poter essere autorizzati dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali a esercitare il controllo devono essere accreditati in base alla norma internazionale ISO65 (UNI-EN 45011);
- l’introduzione di un primo quadro normativo sull’acquacoltura biologica;
- la previsione di uno specifico quadro normativo sul vino biologico;
- la cancellazione del divieto di vantare superiori requisiti nutrizionali, sanitari e organolettici;
- l’etichettatura (la denominazione di vendita non è più la precedente “succo di mela da agricoltura biologica”, ma la nuova “succo di mela biologica”),
- la possibilità di evidenziare la caratteristica biologica di un ingrediente di un prodotto multi-ingrediente (anche quando sia l’unico a essere biologico) nell’elenco degli ingredienti
- definizione di un quadro efficiente e più snello per il controllo dei prodotti provenienti dall’estero;
- l’obbligatorietà del logo europeo (che scatterà il 1 luglio 2010).
Per quanto riguarda gli Ogm, contrariamente ad errate notizie di stampa - scrive Assobio -, il regolamento conferma che “Gli Ogm e i prodotti derivati o ottenuti da Ogm non vanno usati come alimenti, mangimi, ausiliari di fabbricazione, prodotti fitosanitari, concimi, ammendanti, sementi, materiale di moltiplicazione vegetativa, microrganismi e animali in produzione biologica”.
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Fonte: Assobio