Il 1° gennaio 2009 è entrato in vigore il nuovo regolamento CE n.834/2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il precedente regolamento CEE n. 2092/91. A ricordarlo è Assobio, che ribadisce anche come le modalità di applicazione per quanto riguarda la produzione, l'etichettatura e i controlli siano stabilite dal regolamento CE n.889/2008.

Saranno a breve emanate ulteriori prescrizioni (in particolare sull'etichettatura) a livello nazionale.

Il nuovo regolamento non comporta particolari sconvolgimenti del quadro nornativo pre-esistente, che sostanzialmente razionalizza e aggiorna il regolamento CEE n.2092/91, vecchio ormai di 18 anni, era stato adottato quando in Italia si contavanopoco più di 4.000 aziende biologiche, rispetto alle oltre 50.000 attuali, e la continua evoluzione del settore  aveva costretto a decine di integrazioni al testo base che rendevano complesso il quadro generale, ora semplificato da un testo unico).

Le novità più significative riguardano:
  • gli organismi di controllo (per poter essere autorizzati  dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali  a esercitare il controllo devono essere accreditati in base alla norma internazionale ISO65 (UNI-EN 45011); 
  • l’introduzione di un primo quadro normativo sull’acquacoltura biologica;
  • la previsione di uno specifico quadro normativo sul vino biologico;
  • la cancellazione del divieto di vantare superiori requisiti nutrizionali, sanitari e organolettici;
  • l’etichettatura (la denominazione di vendita non è più la precedente “succo di mela da agricoltura biologica”, ma la nuova “succo di mela biologica”),
  • la possibilità di evidenziare la caratteristica biologica di un ingrediente di un prodotto multi-ingrediente (anche quando sia l’unico a essere biologico) nell’elenco degli ingredienti
  • definizione di un quadro efficiente e più snello per il controllo dei prodotti provenienti dall’estero;
  • l’obbligatorietà del logo europeo (che scatterà il 1 luglio 2010).

Per quanto riguarda gli Ogm, contrariamente ad errate notizie di stampa - scrive Assobio -, il regolamento conferma che “Gli Ogm e i prodotti derivati o ottenuti da Ogm non vanno usati come alimenti, mangimi, ausiliari di fabbricazione, prodotti fitosanitari, concimi, ammendanti, sementi, materiale di moltiplicazione vegetativa, microrganismi e animali in produzione biologica”.