Nel corso del 2013 sono stati erogati contributi pari a 2,5 miliardi di euro, di cui circa 1,16 miliardi messi a disposizione dall’Unione europea. Sono questi i dati della spesa dei Programmi di sviluppo rurale, Psr, divulgati dalla Rete rurale nazionale.  In cima alla classifica della spesa si confermano le Regioni del Centro Nord, in particolare la Provincia autonoma di Bolzano (con l’89,2% della spesa realizzata), seguita dalla Provincia di Trento, dalla Lombardia e dalla Valle d’Aosta (con percentuali di spesa superiori al 70% delle rispettive disponibilità), mentre le rimanenti Regioni del Centro Nord raggiungono una percentuale prossima alla media della spesa fatta registrare dal gruppo “Competitività” (67,45%). Per le Regioni del Sud (gruppo Obiettivo Convergenza), la percentuale media di spesa rimane purtroppo nettamente inferiore alla media nazionale.

Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha commentato: “Il lavoro svolto nelle ultime settimane con le Regioni sui fondi comunitari di sviluppo rurale è stato intenso, è stato recuperato gran parte del ritardo di spesa accumulato e ciò ha permesso di chiudere il 2013 con il minimo rischio di penalizzazioni finanziarie da parte della Commissione europea”.


Solo nel caso della Regione Basilicata ha aggiunto il ministro – non è stata raggiunta la quota minima di spesa stabilita dai regolamenti comunitari e potrebbe essere costretta a rinunciare a circa 6,8 milioni di euro di fondi europei. Le autorità regionali hanno chiesto alla Commissione europea una deroga alla regola del disimpegno, a causa dei recenti ripetuti eventi alluvionali eccezionali che hanno avuto ripercussioni sulle aziende agricole e quindi sulla loro capacità di realizzazione degli interventi previsti dal relativo Psr”. “In ogni caso – ha proseguito il ministro –, il risultato raggiunto è di grande rilievo, frutto della stretta cooperazione tra ministero, Agea, Regioni e organismi pagatori, che conferma le capacità del mondo agricolo di utilizzare al meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea in un settore strategico per l’economia del Paese, dimostrando dinamicità e propensione ad investire per incrementare la competitività delle imprese agricole italiane e delle aree rurali in generale”.

Il dato di quest’anno è stato ottenuto a carico di misure che hanno privilegiato interventi importanti, volti al sostegno del ricambio generazionale, di pratiche agricole ecocompatibili e di investimenti in settori strategici, sia aziendali, effettuati dalle varie imprese agricole, sia infrastrutturali, come quelli realizzati nel settore della bonifica e dell’irrigazione o finalizzati alla diffusione della connettività a banda larga nelle aree rurali. Da queste esperienze si dovrà ripartire per decidere il modello di politica agricola comune da attuare in Italia; gran parte delle scelte da fare dovranno essere comunicate a Bruxelles entro il 31 luglio.

Scarica la tabella della spesa pubblica in formato .Pdf