Presentato a Roma, nella sala Cavour del Mipaaf, il nuovo “Atlante dei territori del vino italiano”, un’opera in due volumi promossa dal ministero delle Politiche agricole con la collaborazione di Enoteca Italiana che si propone di colmare un vuoto nel panorama editoriale nazionale attraverso un’attenta analisi a 360 gradi del settore vitivinicolo italiano diviso in macroaree, ossia porzioni di territorio sostanzialmente slegate da confini amministrativi che raccolgono terre viticole con caratteristiche climatiche, litologiche, morfologiche e pedologiche comuni.

Alla presentazione hanno partecipato il senatore Stefano Boco, il generale Giovanni Petrosino, comandante dell’Istituto Geografico Militare; Giuseppe Alonzo, presidente CRA; Luigi Moio, docente di enologia presso l’università di Napoli; Fabio Carlesi, segretario generale di Enoteca Italiana; il senatore Roberto Formigoni, presidente della commissione Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato e il ministro Nunzia De Girolamo.



Caratteristica principale dell’opera, nata dopo cinque anni di lavoro congiunto di Enoteca Italiana, Mipaaf e ministero della Difesa, è quella di sdoganare la rassegna delle produzioni nazionali da una caratterizzazione basata sulle componenti antropiche del processo vinicolo e focalizzarla sugli elementi irripetibili ed esclusivi che derivano dal territorio. “È un’opera che mancava – ha dichiarato Formigonie che darà un’immagine completa del nostro vino attraverso i suoi paesaggi. Dobbiamo aumentare la percezione culturale dei nostri vini e, attraverso di loro, dei nostri territori. L’atlante sarà in questo senso una freccia in più al nostro arco, anche in vista dell’Expo 2015”.

Il ministro De Girolamo si è detta certa del successo dell’Atlante e ha ribadito l’urgenza di intervenire per risolvere i problemi di una burocrazia ipertrofica e di un ottimale sfruttamento delle risorse dell’Ocm vino. “Un altro grande tema da affrontare - ha detto il ministro - è quello dell’internazionalizzazione: il nostro vino è più buono di quello francese. Loro sono stati più bravi dal punto di vista commerciale ed è quello il gap che dovremo colmare, entrando nei mercati in cui siamo poco presenti.
Dobbiamo fare della storia recente del vino italiano una parabola per il Paese e per la politica. Siamo partiti dallo scandalo del metanolo, che ci ha fatto toccare il punto più basso con danni gravissimi sia in termini economici che di immagine, ma siamo riusciti a ribaltare il dato, a capovolgere la situazione sino a far diventare il vino una eccellenza assoluta del Made in Italy.
Il nostro –
ha concluso la De Girolamo – è un territorio straordinario, è la nostra vera forza. Puntando sulla terra possiamo trovare le vie di uscita dalla crisi, che ancora c’è e ancora morde. Guardiamo sotto i nostri piedi, è lì il vero tesoro”.