Una decisione volta a tutelare il patrimonio vitivinicolo regionale, accolta favorevolmente dalla filiera vitivinicola. Questo a fronte del fatto che la maggior parte delle Regioni italiane ha emanato disposizioni che limitano il trasferimento dei diritti di reimpianto di superfici vitate al rispettivo ambito regionale e che il divieto di circolazione dei diritti di impianto disposto ha causato una crescente richiesta di trasferimento di diritti di reimpianto dal territorio lombardo verso altre regioni.
Negli ultimi due anni il patrimonio vitivinicolo della Lombardia ha subito una contrazione di oltre 900 ettari passando dai 23.902 del 2010 ai 22.993 del 2012. Per contrastare la propensione di alcune realtà regionali a espandere la superficie territoriale impegnata a vigneto, la Lombardia auspica invece di poter privilegiare il trasferimento di diritti interni alla Regione piuttosto che permettere la cessione degli stessi al di fuori dei confini regionali. Il tutto per arginare il depauperamento delle capacità produttive che influisce negativamente sul comparto vitivinicolo lombardo causando squilibri economico-sociali oltre che paesaggistico-ambientali.
I diritti di reimpianto originati dall'estirpazione di vigneti devono essere esercitati solo in ambito regionale e non possono essere quindi trasferiti in altre regioni; è, invece, permesso il trasferimento fuori Regione ai diritti per i quali è già stata richiesta la registrazione del contratto di vendita all'atto dell'entrata in vigore dell'atto deliberativo pubblicato sul Burl il 28 giugno scorso.
Con questo provvedimento, la Regione ritiene di poter permettere alle aziende che producono Doc Garda, Lugana, San Martino della Battaglia e conducono vigneti sia in Lombardia che in Veneto di trasferire il diritto di impianto rilasciato a seguito di estirpo di vigneto in regione Lombardia sull'intera superficie aziendale compresa quella situata in regione Veneto.
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Fonte: Regione Lombardia