Pieno sostegno del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla collega del Mipaaf, Nunzia De Girolamo, all'ipotesi di un decreto a tre firme anti-Ogm.
Lo ha assicurato lo stesso ministro Lorenzin a margine di un incontro al Campus Bio-Medico di Roma, dopo le dichiarazioni del ministro De Girolamo che in una lettera aveva chiesto il supporto dei ministri dell'Ambiente e della Salute sul divieto di coltivazioni geneticamente modificate in Italia.
"C'è il mio pieno sostegno politico - ha detto il ministro della Salute -. Dal punto di vista giuridico, siamo in un limbo, dobbiamo trovare il modo di poter intervenire".

La strada per il decreto annunciato dal ministro delle Politiche agricole sembra comunque in salita, soprattutto dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che stabilisce che la messa in coltura di varietà Ogm autorizzate dall’Ue non può essere sottoposta a procedure nazionali.  

Fa quadrato anche il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando. "In questi giorni ci sono stati contatti costanti tra i miei uffici e gli uffici degli altri due ministeri - ha detto Orlando - per arrivare a una soluzione che impedisca le semine, tenendo conto del quadro normativo europeo che a mio parere andrebbe cambiato".

Sul versante opposto, il presidente di Futuragra, Duilio Campagnolo, è convinto che il decreto "a tre firme" sia destinato al fallimento. “E’ necessario avviare da subito un confronto serio con tutte le parti che tenga conto anche delle esigenze degli agricoltori che vogliono accedere all’innovazione - dice Campagnolo -. Il ministro rischia di porre le premesse per una procedura di infrazione contro l’Italia che sarebbe pagata da tutti i cittadini, -ha proseguito Campagnolo-. La Commissione europea si è già espressa in questo senso: non è possibile sottoporre ad autorizzazione nazionale le varietà che sono regolarmente iscritte nel catalogo comune europeo, Ogm compresi”.

Pieno appoggio all'iniziativa ministeriale invece dal presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci. "Al di là di altre considerazioni - dice Realacci - è chiaro che il futuro dell'agricoltura italiana non è legato agli Ogm, ma, come accade per tutti i settori della nostra economia, è legato alla qualità, al territorio, alle tipicità, alla tracciabilità dei nostri prodotti".