Il numero uno di Unaprol ha sottolineato che l’intesa raggiunta all’interno della filiera sul sistema di qualità nazionale deve essere interpretata come punto di partenza di un nuovo dialogo tra produttori, industria, commercio e Gdo con l’obiettivo di rafforzare la tracciabilità e la riconoscibilità della migliore produzione nazionale. "Il vero made in Italy- secondo Gargano - può competere solo con l’eccellenza delle sue produzioni e non con la politica dei bassi prezzi che brucia ricchezza e rende tutti più poveri e dà meno sicurezza ai consumatori".
“L’olivicoltura italiana deve però misurarsi ancora oggi - ha aggiunto Gargano -, con una mentalità che non predilige il fare sistema, cui si aggiunge una cattiva rappresentanza nel settore che continua a vivere di rendite obsolete. L’Italia per vincere sui mercati deve puntare su alta qualità, tracciabilità delle produzioni e origine certa che sono valori del territorio”. In questo quadro il sistema di qualità nazionale è particolarmente importante perché, oltre a consentire una valorizzazione dei prodotti a livello di mercato, permetterà agli operatori del settore di poter accedere ad aiuti specifici nell’ambito dei fondi comunitari previsti dal Reg. (Ce) n. 1974/2006, che l’Italia sta mettendo a punto.
“Per tutelare le imprese serie del settore, e a garanzia del consumatore, occorre sostenere la proposta di istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta anticontraffazione per alzare livello di contrasto a frodi e sofisticazioni". Secondo Interpol ed Europol la contraffazione alimentare in Italia sviluppa circa 260mila euro al giorno di falso made in Italy. Un quadro allarmante che viene confermato anche dal primo rapporto Eurispes - Coldiretti sulle agromafie. Solo per l'olio di oliva nel Belpaese si può calcolare un mercato parallelo del falso pari a 100milioni di Euro all'anno; “e si tratta - ha concluso Gargano - di una cifra per difetto che non tiene conto di quanto falso made in Italy circoli all'estero”.
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