Ennesimo caso di contraffazione nel settore dell'olio. Un'indagine della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Siena, ha infatti portato alla luce l'esistenza di irregolarità nel settore dell'extra vergine di oliva.
Nove le richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura con l'accusa di associazione a delinquere, frode in commercio, sofisticazione alimentare, falsità in registri ufficiali, a carico di un'azienda di Monteriggioni che distribuiva olio con un alto tenore di perossidi.

“I produttori italiani di olio di oliva extra vergine chiedono alle autorità nazionali ed europee competenti che si faccia chiarezza sul mercato e si conduca fino in fondo una battaglia per la trasparenza". Così ha commentato la notizia il presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori, Gennaro Sicolo"Per noi trasparenza è un concetto semplice e significa che l’olio di oliva fraudolentemente commercializzato come extra vergine e il prodotto venduto al consumatore come italiano, ma in realtà di altra origine devono essere ritirati dal mercato". 
Il Cno da anni è in prima fila per debellare il fenomeno delle truffe ed è stato uno dei promotori dei recenti interventi legislativi a livello nazionale per ripristinare il rispetto delle regole e della sana e leale competizione in un settore delicato per il sistema agricolo di molte regioni italiane.

“Il sistema dei controlli in Italia funziona e il nostro Paese è la frontiera della legalità per quanto riguarda l’origine certa e la qualità dell’olio extra vergine di oliva”. Lo ha detto Massimo Gargano, presidente di Unaprol. Merito della 'legge salva olio', secondo Gargano, che mette inquirenti ed investigatori nelle condizioni di poter operare in un quadro normativo più chiaro a tutela degli interessi delle imprese serie del settore e a garanzia del consumatore.
“Ora - ha aggiunto - occorre sostenere la proposta di una Commissione parlamentare d’inchiesta anticontraffazione, la cui proposta è stata già incardinata nei lavori parlamentari a Montecitorio, per alzare livello di contrasto a frodi e sofisticazioni”.

I numeri dell'olio in Italia
Due miliardi di euro è il valore della produzione alla pianta. Oltre 250 milioni le piante di olivo messe a dimora su oltre un milione di ettari. 350 le varietà di olive catalogate che rendono l'Italia prima al mondo per ricchezza di cultivar da olio e da tavola dalle quali si ricavano oli extra vergini di oliva dai sapori unici ed irripetibili. 
Il fenomeno del turismo dell’olio, che sviluppa un giro di affari che sfiora i 20 milioni di euro con circa due milioni di visitatori all’anno tra frantoi, agriturismi e aziende agricole.
Ad arricchire questo fenomeno vi sono 17 strade e vie dell’olio, che tracciano il percorso del gusto di 43 Dop e di 1 Igp già riconosciute dall’Unione europea.
 L’approvvigionamento degli oli extra vergini di oliva da parte dell’industria italiana avviene in funzione degli andamenti quali quantitativi della campagna in maniera variabile dai produttori italiani e dai paesi del bacino del Mediterraneo. In media tra le cinquanta e le centomila tonnellate provengono dal Nord della Puglia e da alcune aree della Calabria, Sicilia e Campania. Negli ultimi anni oltre 600 mila tonnellate sono state importate da Spagna e Grecia, cui si sono aggiunti quantitativi considerevoli da Tunisia e altri paesi del Maghreb.
Oltre 400 mila tonnellate all’anno sono invece dirette al mercato estero, con un plus medio in valore del 50%. Le quote di mercato del nostro Paese oscillano tra il 50 e l’70%.
La produzione media italiana di olio di oliva in generale si attesta sulle 550 mila tonnellate all’anno, mentre il consumo interno supera mediamente le 700 mila tonnellate. 
L’Italia è quindi costretta ad importare prodotto dall’estero per soddisfare la sola domanda del consumo interno.
(Fonte: Unaprol)