E’ una vera emergenza dimenticata quella in atto sull’Appennino emiliano: a causa delle piogge e dello scioglimento delle nevi sono in movimento centinaia di frane storiche e finora quiescenti, interessando circa 400 persone, una cinquantina delle quali ha già dovuto abbandonare la propria abitazione. Ci sono case e capannoni crollati o inagibili, gran parte dei collegamenti viari sono interrotti, metà della popolazione di Tizzano Val Parma è agganciata solo con interventi d’emergenza all’acqua potabile e all’energia elettrica”.

A lanciare l’appello è Massimo Gargano, presidente dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, Anbi, intervenuto all’incontro, promosso a Tizzano Val Parma (il centro più colpito dove incombe una delle frane più grandi d’Europa e lunga oltre due chilometri) dal Consorzio di bonifica Parmense, presenti i sindaci dei comuni interessati (Tizzano Val Parma, Corniglio, Neviano), parlamentari locali, i rappresentanti della Regione Emilia Romagna e degli enti Llocali, delle realtà produttive del territorio, dei Consorzi di bonifica regionali.

Il Governo deve concedere immediatamente lo stato di calamità naturale: servono risorse e strumenti adeguati a fronteggiare una grave situazione d’emergenza alla quale attualmente fanno fronte solamente i Consorzi di bonifica e la Protezione Civile. E' necessario programmare opere di manutenzione del territorio per evitare, sull’Appennino come in altre zone d’Italia, il ripetersi di criticità. I danni alle attività produttive e al territorio sono incalcolabili; uscire dalla logica dell’emergenza per investire invece nella prevenzione deve essere una priorità per il nuovo Governo”.