Analizzando nel dettaglio i dati del 2012 risulta che l’Italia ha acquistato dall’estero olio per circa 1.100 milioni di euro, con introiti che hanno superato 1.200 milioni di euro. Le importazioni hanno superato di 183mila tonnellate l’export.
I volumi importati, nel 2012, hanno quasi raggiunto il livello di 600 mila tonnellate, ma hanno registrato una flessione del 4,2% attribuibile in misura maggiore al segmento degli oli d’oliva. Gli approvvigionamenti dalla Spagna hanno subito una contrazione del 12%, determinate prevalentemente dalla diminuzione della produzione spagnola.
Bilancia positiva per le esportazioni che aumentano del 3,5% rispetto al 2011 arrivando a 416 mila tonnellate. Determinante è stata la performance degli oli di maggior pregio (extra e vergini), che concorrono al 70% delle vendite all’estero. Il made in Italy vola con buoni risultati verso gli Usa, con 133 mila tonnellate di olio esportato (con una progressione del 5,3% in quantità e del 4% in valore), in Germania dove si sono raggiunti livelli di 48 mila tonnellate di olio esportate ( +6,6% in volume e +3,2% in valore), e in Giappone, dove la performance è migliorata di molto, con una crescita del 24% in quantità e del 20% in valore. Tra i Paesi nuovi consumatori si segnalano Cina e Russia, con un incremento dell’export del 18% sia in volume, sia in valore. “E' un segnale che premia gli sforzi delle imprese italiane che producono alta qualità”. Ha riferito il presidente di Unaprol Massimo Gargano che aggiunge “questi dati confermano la carica positiva dei programmi di promozione del consumo consapevole realizzati in tutto il mondo da Unione europea, dall’Italia e da Unaprol”.
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