Se l'Italia sfruttasse il potenziale del biogas si otterrebbero risparmi sulle importazioni, con una conseguente opportunità per le imprese agricole e zootecniche italiane, contribuendo a far crescere il Pil dell’agricoltura sino al 5% circa (2 miliardi di euro annui).

Lo rende noto il Cib, Consorzio italiano biogas, in un appello al nuovo governo spiegando che il potenziale produttivo del biogas è pari a circa 8 miliardi di gas metano equivalenti, circa il 10% del consumo attuale di gas naturale in Italia, un potenziale di circa quattro volte quello proposto dal Pan per il biogas al 2020 e pari al doppio dell’attuale produzione di gas naturale in Italia. Questo obiettivo è raggiungibile ricorrendo a biomasse che oggi non hanno valore, ovvero che non sono oggi coltivate o sono uno scarto (colture di secondo raccolto, effluenti zootecnici, sottoprodotti agricoli e agroindustriali, colture su terreni marginali oggi non più utilizzati), e con un coinvolgimento di non più di 400.000 ettari di terreno agricolo.

In periodo di crisi l’industria del biogas italiana è divenuta la seconda in Europa, dopo la Germania. Secondo i dati recentemente pubblicati da EurObserv’Er, in Italia, dalla digestione anaerobica agroindustriale, si otterrà una produzione di biogas equivalente a circa 2 miliardi di mc di metano. In tre anni le imprese italiane, per lo più agricole, hanno saputo investire oltre 4 miliardi di euro, creando nuove opportunità di lavoro per l’industria e l’agricoltura.

In cinque punti il Cib ha riunito le richieste del settore alle forze politiche per la crescita di un comparto che può rappresentare per l’Italia l’opportunità di creare una leadership a livello mondiale nella green economy, grazie a delle reti del gas più diffuse, un sistema di generazione elettrica tra i più moderni, e il sesto posto al mondo nel mercato nel settore dell’autotrazione a gas metano, prima di Cina, Stati Uniti e Germania.

Il Cib chiede che nell'accompagnamento alla transizione al nuovo sistema incentivante restino stabili le considerazioni sulla nozione di entrata in esercizio degli impianti, che ci sia una più rapida applicazione delle norme per la promozione del biometano, più innovazione, ricerca, integrazione e sviluppo e che la gestione delle iniziative imprenditoriali sia virtuosa riguardo al digestato e alle emissioni. Il Cib chiede inoltre che per gli impianti di potenza inferiore al Mw siano imposti limiti di emissione in linea con quelli richiesti dai Paesi della comunità europea.