Tra i produttori agricoli biologici si conferma un grande interesse per i sistemi innovativi che integrano politiche di welfare e agricoltura. Come conferma anche un’indagine di Aiab nel triennio 2007-2010, l’incidenza del settore agricolo, privato e cooperativo, passa dal 24,3% a circa il 33% sul totale delle realtà che praticano l’agricoltura sociale. Per questa ragione, Aiab è impegnata a promuovere lo sviluppo e il consolidamento delle esperienze delle reti e di tali pratiche”. Queste le parole del presidente di Aiab, Associazione italiana per l’agricoltura biologica, Alessandro Triantafyllidis nel corso dell’incontro "Multifunzionalità nell'agricoltura biologica: il valore aggiunto dell'agricoltura sociale".

L'evento si è tenuto a Norimberga, in Germania, in occasione della fiera internazionale del biologico, Biofach, in collaborazione con il Forum nazionale agricoltura sociale e i partner del progetto Maie, Multifunctional agriculture in Europe.


Temi centrali dell’incontro sono state le necessarie politiche di sostegno a livello europeo, l’armonizzazione del quadro giuridico tra i vari Paesi, le strategie di finanziamento e l’identificazione di buone pratiche. Inoltre è emersa la necessità di una maggiore cooperazione tra i settori agricolo, sanitario e sociale, che oggi operano separatamente e l’importanza della trasferibilità delle esperienze e i programmi di ricerca che ne convalidano l’efficacia dal punto di vista sanitario, economico e sociale.

L’impiego delle strutture agricole per l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale di soggetti “svantaggiati” si sta diffondendo in Italia e negli altri Paesi europei. Un interesse che coinvolge sia le aziende agricole che le istituzioni, come conferma anche la recente risoluzione del Comitato economico sociale europeo e l’approvazione di un testo di legge unificato da parte della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, in fase di rinnovo.