L'olivicoltura del Nord Est è una realtà economica che conta su più di 8.000 produttori con circa 7.000 ettari di oliveto in produzione. I dati si riferiscono all'ultimo censimento Istat del 2011.
Nei territori interessati sono stati venduti circa 35.000.000 di litri di extravergine per un corrispondente valore di 145 milioni di euro. A questi si aggiungono le buone performance delle Dop con circa 977.000 litri di olio venduti per un controvalore di 10 milioni di euro.
L'olio extravergine di qualità prodotto arriva dai territori di dieci province di quattro Regioni (Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) raggruppate in tre distinti consorzi: Garda, Veneto e Tergeste.

 

"Siamo di fronte ad un'olivicoltura di nicchia, ma da alto reddito, distribuita in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, alto Garda e Friuli Venezia Giulia" afferma Pietro Sandali, direttore generale di Unaprol, al convegno dell'Aipo di Verona dal titolo "Olivicoltura: innovazione e mercato" tenutosi il 5 ottobre a Fanzolo di Vedelago (Tv).

 

Tra gli argomenti sul tavolo: il budget agricolo, la figura dell'agricoltore attivo, il greening, la volatilità dei prezzi e gli strumenti per contrastarla, il potere contrattuale e organizzazione dei produttori.

 

"Il problema trasversale più serio dell'agricoltura - ha affermato Sandali - è quello della volatilità dei prezzi dove la parte debole, ossia l'agricoltore, prende sempre il prezzo più basso. E', quindi, necessario istituire un sistema di salvaguardia e delle regole che possano limitare gli effetti di questo fenomeno".
La nuova Pac non ha più misure di mercato capaci di contrastare la volatilità dei prezzi, per cui il problema va risolto con misure di gestione del rischio d'impresa, nel cosiddetto secondo pilastro. Su questo fronte va previsto un doppio binario: da un lato assicurazione del rischio, dall'altro fondi mutualistici. "I due strumenti – ha poi concluso Sandali - vanno usati alternativamente, anche per metterli in concorrenza, per ogni forma di rischio: sia i rischi delle calamità atmosferiche e delle fitopatie, sia il rischio di reddito, che è diretta conseguenza della volatilità dei prezzi".

 


I prezzi

Sul fronte dei prezzi, in base ai dati elaborati dall'osservatorio economico di Unaprol, si registra una leggera riduzione per quelli all'origine; si tratta comunque di prezzi premianti per le produzioni del Nord Est che si sono attestati mediamente nel 2011 intorno agli 11 €/kg.
L'olio prodotto trova sbocchi soprattutto nel Nord Europa e riesce a spuntare prezzi maggiori rispetto alla media nazionale degli oli a denominazione. Per la Dop Laghi Lombardi, secondo gli ultimi dati disponibili, il prezzo si è attestato nel 2011 sul livello di 10,53 €/kg.
Per gli oli Dop e Igp si segnala una situazione stabile delle quotazioni per l'anno terminante a giugno 2012, in confronto allo stesso periodo del 2011. Nella Gdo il prezzo medio €/litro è stato di 10,56. Per gli oli Dop Igp si evidenzia una leggerissima progressione di prezzo nel periodo esaminato. Progressione leggermente più marcata per il 100% italiano (+2%). Per tutte le categorie di pregio si evidenzia una contrazione delle vendite in valore e volume. Eccezione per gli oli a denominazione; anche per questi si registra 2% una progressione del 2% delle vendite in volume e in valore.