Sono trascorsi sei mesi tra l'invio della richiesta di semina di mais Ogm da parte di Silvano Dalla Libera, agricoltore e vice presidente di Futuragra e la risposta del ministero delle Politiche agricole. Lo rende noto Futuragra in un comunicato.

Il 9 febbraio scorso Dalla Libera aveva inviato al ministero la richiesta di messa in coltura di mais geneticamente modificato alla quale avrebbe dovuto ricevere risposta entro 30 giorni. La lettera di risposta è arrivata, invece, il 6 luglio scorso con una richiesta di ulteriori chiarimenti tecnici in 17 punti.

"Nessuna legge prevede che a una richiesta di messa in coltura di varietà approvate a livello europeo debba essere presentata una documentazione di questa mole - ha commentato Dalla Libera -. Si vanno ad intaccare i progressi legati alla ricerca e alle tecniche agrarie degli ultimi anni".

Dalla Libera attacca la burocrazia. "Nonostante due sentenze a nostro favore - dice -, i nostri esposti alla Commissione europea, le interrogazioni parlamentari e una battaglia che dura da anni, le risposte che riceviamo sono evasive e contradditorie. Nel frattempo abbiamo perso un'altra semina e la filiera italiana dell'agroalimentare aumenterà l'importazione di prodotti dagli altri Paesi europei e extraeuropei mettendo così sempre più in difficoltà i produttori italiani e il nostro mercato".