"Così come è stato un grosso errore sciogliere l'Ense nell'estate 2010, un ente prettamente di servizio che non gravava sulle finanze dello Stato e che aveva un sua propria autonomia, trasferendolo all'Inran, un istituto invece dedito esclusivamente alla ricerca, non vorremmo si rivelasse ora un altro sbaglio – dopo averne prosciugato l'equilibrio gestionale costruito negli anni - l'accorpamento all'Ente nazionale risi della ex gestione Ense delle sementi elette, che esige un ruolo assolutamente indipendente in materia". E' questo il primo commento di Assosementi, l'Associazione italiana sementi, in merito alla decisione conseguente alla soppressione dell'Inran disposta con il decreto-legge 95/2012 sulla revisione della spesa pubblica.

"Siamo certi che il ministro Catania avrà valutato e confidiamo di esserne informati quanto prima, come eliminare la grave incompatibilità che pende in capo all'Ente nazionale risi, un ente pubblico economico che svolge anche direttamente una propria attività sementiera", sottolinea Paolo Marchesini, presidente di Assosementi. "Vogliamo ricordare che già nel novembre 2007 il Garante per la concorrenza ed il mercato aveva auspicato un ripensamento da parte dell'Ente sull'attività sementiera svolta o in subordine una sua riformulazione per evitare possibili effetti distorsivi, nonché un conflitto di interessi. Da allora, invece, Ente Risi non ha fatto altro che accentuare questa sua attività commerciale con il riso".