Si avvicina il 18 giugno, data fissata dal Governo entro la quale pagare l'acconto dell'Imu, e contemporaneamente si fanno sempre più insistenti le voci di un possibile rinvio.

C'è molta confusione e i Comuni non hanno ancora approvato i loro bilanci per definire le proprie aliquote. "All'incertezza si aggiungono i numerosi problemi tecnici ed amministrativi – fanno sapere da Confagricoltura Piacenzacon gli addetti che stanno lavorando all'aggiornamento costante dei dati. Quotidianamente sono rilasciate nuove versioni dei software e ad oggi qualche difficoltà si registra nella predisposizione e nella accettazione delle deleghe di pagamento. Si spera, dunque, che la scadenza per il pagamento slitti di una ventina di giorni, intorno alla prima o alla seconda settimana di luglio".

Il primo acconto dell'imposta municipale dovrà essere versato da parte dei proprietari e titolari di diritti reali su immobili, tra cui terreni agricoli e fabbricati rurali accatastati. Fatte salve le modalità di pagamento previste per l'abitazione principale, per tutti gli altri immobili il pagamento dell'Imu va effettuato in due rate (la prima ottenuta applicando le aliquote base, mentre entro il 17 dicembre andrà versato il saldo dell'imposta complessivamente dovuta per l'intero anno con conguaglio determinato con l'aliquota definitiva, che verrà stabilità per il 2012 entro il 10 dicembre, ovvero dai comuni entro il 30 settembre).

Per i fabbricati rurali non accatastati il versamento sarà in una unica soluzione entro il 17 dicembre; per quelli strumentali rurali accatastati entro la prima scadenza si versa il 30 per cento.

"I costi amministrativi dell'operazione non sono che la goccia nel mare dell'insostenibile pesantezza dell'Imu che strozza le aziende" rimarca duramente Confagricoltura Piacenza, parlando di "un fisco eccessivo, complicato e vessatorio che grava sulla generalità delle imprese italiane per 160 miliardi".

"Forse lo Stato avrà la possibilità di risanare le sue casse, ma gli agricoltori non hanno più ossigeno e, se dovranno continuare a pagare anche l'Imu, crolleranno definitamente" commenta il direttore piacentino Luigi Sidoli. "Se le aziende fossero sane e con bilanci in positivo, non ci sarebbe nulla da eccepire. Ma, in momento di crisi, così forte del settore, come si può pensare di far pagare migliaia di euro? La tassazione le metterebbe definitivamente in ginocchio e ne decreterebbe, in molti casi, la chiusura. L'auspicio è che si esca presto da quest'incubo fiscale e si agisca quanto prima sul taglio della spesa pubblica improduttiva, unica strada per rilanciare l'economia italiana".