"Se il Governo non interviene con la moratoria dei pagamenti c'è un rischio rivolta sociale nelle campagne. Gli agricoltori non possono essere discriminati rispetto ad altri settori". Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, coordinatore Fima, Federazione italiana movimenti agricoli in occasione del dibattito tenutosi a Marina di Ginosa lo scorso 28 maggio, in cui erano presenti agricoltori del Tavolo Verde Puglia e Basilicata e dell'Astap Abruzzo.

"Alle enunciazioni di principio devono seguire i fatti - afferma il coordinatore Fima - per evitare che la nostra agricoltura continui ad essere venduta all'asta, come già dimostra la distribuzione delle vendite in corso di circa novemila aziende agricole concentrate per il 63% nel mezzogiorno, con in testa la Sicilia, il Lazio e la Puglia. Per non parlare del milione di imprese agricole che hanno già chiuso negli ultimi dieci anni". "Al punto in cui siamo arrivati - ha dichiarato nel suo intervento Paolo Rubino del Tavolo Verde Puglia e Basilicata - è necessario mobilitarsi ed estendere le norme antiriciclaggio previste dal decreto legislativo 231 del 2007 al giudice delle esecuzioni per evitare che nei campi arrivino capitali riciclati da attività illecite".

"Si può uscire dalla crisi - ha aggiunto Zazzera (Idv) - ed uno dei settori è proprio l'agricoltura. Noi abbiamo presentato un disegno di legge sulla moratoria e c'è anche un ordine del giorno accolto dal Governo, ma occorre recuperare risorse dall'evasione e dai capitali scudati per favorire l'economia reale". Nel comunicato Fima aggiunge che durante il dibattito il consigliere Cervellera è intervenuto in merito alle banche: "E' ora che le banche tornino a fare le banche e l'Europa diventi un'Europa dei cittadini non una colonia dei mercati". Infine Izzo, intervenendo al dibattito, ha proposto "misure protezionistiche per tutelare i nostri prodotti ortofrutticoli e contrastare il baratto che si sta facendo a favore degli scambi commerciali delle industrie europee".