L'innovazione di prodotto e di processo in orticoltura è una realtà sperimentata e… 'pronta all'uso'. E' questo il messaggio dell'edizione 2012 di Ortomac l'incontro-convention dedicato all'orticoltura organizzato da Cesena Fiera con il supporto scientifico del Crpv che si è svolto lo scorso venerdì 20 aprile. La giornata è stata articolata in due 'sezioni': in mattinata si è trattato di 'Innovazioni per un'orticoltura di qualità' e nel pomeriggio di 'Orticoltura biologica'.

L'orticoltura ha un forte rilievo nell'economia italiana, con una produzione di 14 milioni di tonnellate per circa 6 miliardi di euro di produzione lorda vendibile con un acquisto delle famiglie di 4,2 milioni di tonnellate di ortaggi per una spesa di 7,1 miliardi  di euro (fonte Osservatorio di Macfrut).

"Il settore è in una fase importante – commenta Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera - e per questo abbiamo cercato che l'innovazione fosse il file rouge che collegava le relazioni e delle due sessioni di Ortomac 2012. E direi che l'apporto di ricercatori delle Università, oltre a quella di sperimentatori e di imprese ci hanno fatto centrare l'obiettivo. In più, all'interno della presentazione del progetto Ort.Bio sono stati illustrati risultati rilevanti per il comparto della coltivazione 'pulita' che presentano interessanti prospettive. Ora si tratta di diffonderle e applicarle sempre di più avendo presente il duplice obiettivo di fornire qualità e gradevolezza al consumatore e reddito al coltivatore per primo, così come a tutta la filiera".

 

Uno strumento umano per la scelta varietale

Fra le innovazioni illustrate a Ortomac 2012, c'è l'applicazione della valutazione sensoriale per la scelta varietale. Ovvero l'uso di uno strumento 'umano' a fianco di quelli tecnici (che già indicano, ad esempio, consistenza buccia, zuccheri, vitamine) per determinare il gradimento di una varietà e, come nel caso della patata, anche la migliore performance fra le cultivar per la frittura o per gli gnocchi. Ma anche se un pomodoro è più adatto al Sud (sapore acidulo) o al Nord (sapore zuccherino).

 

Temi e conclusioni dell'incontro

Nel corso della giornata si è fatto il punto sul risparmio idrico, che con l'uso di rotoloni può associarsi alla fertirrigazione portando a una riduzione di costi per la distribuzione di fertilizzanti.

Altro tema dell'incontro sono state le serre e del loro futuro come ambienti protetti a zero consumo di energia fossile e, spingendosi oltre, a come possano diventare 'produttori' di energia.

I relatori rappresentavano le maggiori regioni orticole, dove esistono centri di sperimentazione e Università 'sul campo', mentre il pubblico veniva dal Centro-Nord Italia.

I risultati e gli obiettivi raggiunti sono stati oggetto di discussione durante la manifestazione: dall'importanza del miglioramento genetico al packaging, al portainnesto.

 

La presentazione del progetto Ort.Bio ha fatto conoscere a molti questa importante sperimentazione coordinata dal Polo di Cesena dell'Università di Bologna, cofinanziata dal ministero delle Politiche agricole, con partner del livello di CraOra di Monsampolo, Crpv, Prober e Università di Perugia. L'obiettivo del progetto è l'individuazione di sistemi innovativi di commercializzazione per l'orticoltura bio e per questo sono coinvolte sette imprese (scelte fra 35) in tre regioni (Emilia Romagna, Marche e Abruzzo); si occupa inoltre di riduzione dell'impiego di energie fossili e dell'uso di quelle rinnovabili, oltre che della conservazione di agroecosistemi e biodiversità.

Quindi, come ha concluso Alvaro Crociani, direttore Crpv "anche se abbiamo sempre meno risorse per la ricerca e per trasferire i suoi risultati al produttore dobbiamo divulgare queste esperienze soprattutto partendo da una delle parole chiave di questo Ortomac: minor uso di risorse quali acqua e suolo".